AVVISO AGLI UTENTI


A causa dei continui disservizi sulla piattaforma Splinder, disservizi che secondo voci (lasciate circolare senza alcuna smentita da parte della società gestrice di Splinder) sarebbero l’antefatto di una imminente chiusura della piattaforma stessa, si è deciso d’urgenza di traslocare su altra piattaforma.
La scelta è caduta su iobloggo.com, perché molto simile a Splinder tanto da permettere l’importazione dell’archivio e del template e perché su altre piattaforme ci era già stato usurpato il nome (siamo un blog imitatissimo).
Per questo motivo invito tutti gli utenti (e soprattutto i redattori del blog) a formalizzare l’iscrizione a iobloggo.com entro martedì perché da tale data il blog su Splinder verrà sigillato.

Fermati a Firenze

Titolo alla partita: Due punti persi

E come si dovrebbe titolare se non così, dopo aver avuto quattro-cinque palle gol nette a zero, un gol regolare annullato e uno-due rigori negati? Che il gioco non scivolasse via leggero e frizzante era prevedibile, un po' per come siamo fatti noi e un po' perché era immaginabile che Delio Rossi, appena arrivato, avrebbe badato alla sostanza. Abbiamo fatto bene per cui dà molto fastidio aver interrotto la striscia di vittorie e noon aver fatto valere la legge del più forte. Anche se, con il senno di poi, ci può stare, perché non si può sempre vincere. 

Pato merita sempre due righe a parte. Sinceramente mi aspettavo che entrasse bene: andate a rivedere la sua storia, dopo gli infortuni torna sempre voglioso e carico. La temperatura bisogna misurargliela a distanza. Purtroppo però anche ieri s'è avuta conferma che lui e Ibra parlano linguaggi calcistici diversi: quando è entrato lui, Ibra è calato.

Da Firenze portiamo via due indicazioni positive. La prima è che, quando è servito, abbiamo ritrovato compattezza e concentrazione in fase difensiva. La seconda è che stiamo ancora bene: cosa che vale più dei due punti persi.

Ora proviamo a divertirci con il Barcellona. In fondo c'è davvero poco da perdere e tanto da guadagnare, se quel 10% di chance diventerà realtà.

Presentazione Fiorentina-Milan

Sabato 19 novembre 2011 – ore 20,45
Dodicesima  giornata Serie A 2011-2012
 

 
BILANCIO CONFRONTI DIRETTI A FIRENZE
(campionati a Girone unico)
 
Giocate: 71
Vittorie Fiorentina: 29
Pareggi: 19
Vittorie Milan: 23
Gol Fiorentina: 107
Gol Milan: 95

 
Fiorentina-Milan da come si evince dal rapporto gol/partite, è una partita che ha quasi sempre regalato gol, infatti la media gol è di 2,85. Lo 0-0 è uscito solo 6 volte nei 19 pareggi, poco meno di 1/3 quindi.

La prima partita si è giocata il 31 gennaio 1932, un secco 3-0 per i viola con doppietta di Prandato nel primo tempo al 28° e 31° e terzo gol al 41° della ripresa di Galluzzi.
 
Dopo ben cinque sconfitte consecutive, finalmente la prima vittoria nella stagione 1936/37, 14ª giornata il 3 gennaio 1937, 2-1 con tutti i gol nella ripresa con Gabardo al 19° e Boffi al 29° per il Milan e Piccini al 31° per la Fiorentina.
 
Il primo pareggio arriva solo nel 1951 il 27 maggio alla 36ª giornata 1-1. Galasso (FI) al 25° primo tempo e pareggio di Gren al 26° del secondo tempo.
 
Come scritto all’inizio Fiorentina-Milan ha riservato spesso partite con molti gol, il mio primo ricordo nitido, anche se seguivo il Milan da 3-4 anni, è stata la partita giocata il 15 novembre 1970 un 5-2 scoppiettante per il Milan dopo aver chiuso sul 3-0 il primo tempo con gol di Combin e doppietta di Pierino Prati. Il secondo tempo ci portiamo sul 4-0 con Biasiolo, poi capitan De Sisti accorcia le distanze prima che Combin segni la sua doppietta personale e che il compianto Alessandro Vitali, che non ebbe molta fortuna a Firenze dopo una stagione esaltante l’anno prima a Vicenza, chiude la partita sul 5-2 finale. Naturalmente ho dovuto fare una ricerca per i nomi dei marcatori, ricordavo a memoria solo la doppietta di Prati.
 
La partita  in assoluto con più gol penso ce la ricordiamo un po’ tutti, a meno che non ci seguono bambini di 10/12 anni… il roboante 7-3 del 4 ottobre 1993 (5ª giornata), vantaggio viola con Baiano al 14°, poi inzia la carica rossonera con 4 gol: Massaro al 25°, Lentini al 34°, Gullit al 42° ed ancora Massaro al 45°. Nella ripresa la rete di Effenberg al 3° illude un po’ i tifosi, ma Van Basten al 34° e Gullit al 42° portano il risultato sul 6-2. Sembrava finita ma negli ultimi due minuti altri due gol, Di Mauro al 44° ed ancora Van Basten al 45°.
 
Per la presentazione ho scelto per la foto Luciano Chiarugi, detto cavallo pazzo, che nell’estate del 1972 passò al Milan. È stato un giocatore al quale sono rimasto molto affezionato, mi piaceva il suo modo di giocare e batteva dei corner ad effetto (segnò anche qualche gol…) che mi facevano impazzire e nel campetto vicino casa cercavo sempre di imitare. Come non ricordare poi la punizione al 3° minuto della finale della Coppa delle Coppe del 1973 a Salonicco contro il Leeds.
 
Gli ultimi 4 campionati ci hanno visto uscire sempre con 3 punti dall’Artemio Franchi, 1-0, 2-0, 2-1 ed ancora 2-1 l’anno scorso. Saremo bravi ad innestare la quinta?

L’ANGOLO DELLA STORIA

CUOGHI, IL BOMBARDINO EMILIANO
 
Centrocampista offensivo, ha attraversato per intero il ciclo del “Piccolo Diavolo” (1980/83). La sua migliore stagione rossonera fu quella della seconda annata in B.
 
by Magliarossonera.it (80/81)
 

Stefano Cuoghi, modenese, classe ’59, approdò al Milan nell’estate del 1980, via Modena, sua città natale, insieme a Maestroni. Il Milan del rilancio, dopo la retrocessione a tavolino, passava anche da questo centrocampista ventunenne, con buone attitudini offensive. Fu lui il principale artefice del primo successo esterno del campionato 80/81.
 
La squadra di Giacomini balbettò parecchio nel primo scorcio stagionale e la vittoria di Bergamo, contro l’Atalanta di Bolchi, segnò l’inversione di tendenza che in poche settimane avrebbe portato il Milan in testa alla classifica del campionato cadetto. Il suo gol fu di elevata fattura. Azione avversaria interrotta, veloce ripartenza di Cuoghi, scambio con Novellino e conclusione vincente dell’ex giocatore del Modena alle spalle di Memo. Rossoneri in vantaggio dopo mezzora di gioco. La partita si chiuse sul 3-1 per il Milan. Andarono a segno anche Buriani (rigore) e Vincenzi e quest’ultimo finì sulla prima pagina del Guerin Sportivo che dedicò ai rossoneri la copertina titolando “B è bello”.

Tratta da www.magliarossonera.it

Giacomini lo impiegò 27 volte e Bombardino (come venne soprannominato Cuoghi) non tradì la fiducia del mister. Anzi, nella prima parte della stagione fu tra i migliori, risultando a fine campionato al quinto posto, come rendimento, dopo Novellino, Piotti, Battistini e Antonelli. Numeri che gli portarono la conferma per la stagione del ritorno in A.
 
Nell’estate ’81, a mercato concluso, Alfio Tofanelli (e non solo lui) espresse parecchi dubbi sulla rosa messa a disposizione di Radice, inserendo Cuoghi tra coloro che non avrebbero dato un segno tangibile in termini di qualità. La stagione fu tremenda, una inesorabile discesa nel gorgo della bassa classifica. E Cuoghi ne venne inesorabilmente risucchiato.
 
Contro la Juventus, a San Siro, spedì in tribuna una colossale palla-gol, a due passi da Zoff. Poteva essere il gol del vantaggio, invece fu la Juve a vincere grazie ad una zampata di Virdis. Cuoghi deluse, bloccato anche da un infortunio. Appena cinque le sue presenze in campionato e due in Mitropa Cup.
 
Il repulisti di Farina risparmiò il Bombardino emiliano che si riscattò immediatamente, disputando una buona stagione 82/83. Anche allora, la prima vittoria esterna recò la sua firma tra i marcatori (raddoppio contro il Campobasso). Castagner lo utilizzò con continuità (29 presenze) e per Cuoghi fu la stagione del riscatto.
 
A Pistoia giocò la sua ultima partita ufficiale con il Milan (0-0 a promozione già acquisita) prima di salutare i tifosi durante il Mundialito Clubs ’83 dove timbrò il tabellino marcatori nella partita contro la Juventus vicecampione d’Europa. Nella parte conclusiva della sua carriera, a Parma, Stefano Cuoghi ha conquistato il suo titolo più prestigioso da calciatore: la Coppa delle Coppe, con tanto di gol nella finale di Wembley contro l’Anversa.
 
Al Milan se lo ricordano come “centrocampista tuttofare, solido e battagliero”, utile tanto in interdizione che in fase di ripartenza, in possesso di una discreta visione di gioco e buoni fondamentali tecnici. Il suo supporto nella linea mediana fu molto utile nei due campionati di B del diavolo. In ossequio al suo soprannome, Cuoghi sapeva garantire quantità, non disdegnando anche la qualità. E a volte, come nei “Quadri di un'esposizione” di Mussorgski-Ravel, il Bombardino riusciva anche recitare la parte del protagonista.
  
                                                                                                          by Sertac
 

AlmILanacco della settimana dopo – 12

Appuntamenti della settimana

Sabato torna il campionato a Firenze contro un Fiorentina fresca di cambio alla guida tecnica. Mercoledì invece a Milano arriva il Barcellona.
Che dire? In bocca al lupo.

Accadde la settimana scorsa

Pausa per la nazionali. Allora come al solito i giornali ne approfittano per degli "approfondimenti". Lunedì sulla Gazzetta è uscita un'analisi sui bilanci delle società di calcio che esordiva così: "Non stupiamoci, poi, se le stelle giocano altrove, se nelle coppe facciamo brutte figure, se l’etichetta di «campionato più bello del mondo» se la sono appiccicata inglesi e spagnoli. Il calcio non sarà una scienza, ma i numeri dicono molto, a volte tutto."
Non stupiamoci no. Real Madrid 480 milioni di fatturato, Barcellona 447 milioni, Manchester 379 milioni, questo il podio. Milan 228 milioni primo delle italiane. Se i diritti tv sono in linea con l'estero (anche se mancano 53 milioni rispetto al Barcellona), quello che manca veramente sono gli introiti per mechandising (meno 82 milioni dal Real) e per lo stadio (meno 119 milioni). Se i soldi delle tv noi tifosi li diamo indirettamente, quelli di stadio e merchandising sono il nostro contributo diretto. Non esiste un pasto gratis diceva qualcuno.

Splinder inizia a perdere i colpi: non ci si può più iscrivere e non si può più accedere ai servizi a pagamento. Che sia un primo passo verso la chiusura? Spero di no. Qui siamo nati 88 mesi fa e qui fosse per me resteremmo per sempre, però se ci chiudono ho già approntato la nuova sede: il Nuovo Milan Blog Club sarà qui.

 

Questa settimana si festeggia … San Tambrogio

Pairetto: "Volevo chiederti solo se stasera era possibile avere due biglietti"
Facchetti: "Sì. Eh sì"
Pairetto: "Santambrogio allora"
Facchetti: "Perché magari chiedono il nome"
Pairetto: "Sì sì allora la signora Santambrogio"
Facchetti: "Santambrogio vabbè"

Il proverbio della settimana

“Don’t say the cat is in the sac…” (impossibile non citarlo)

Dietro le quinte…Pato

Domenica, salvo imprevisti dell'ultima ora, Pato dovrebbe tornare disponibile.

In passato ho provato a far notare alcuni difetti del ragazzo in particolare una soglia del dolore molto, forse troppo, bassa (sembra che anche Boateng, nonostante il fisico, abbia lo stesso problema). Clamorosa fu  la scena a Bergamo, quando sembrò quasi colpito da una fucilata ed anche Firenze non fu da meno. I suoi infortuni, come i tempi di recupero,  hanno sempre un qualcosa di misterioso.
Ogni volta che ho provato a dire certe cose alcuni (sempre gli stessi per la verità) si sono scatenati in insulti e dietrologia che voleva che le mie critiche fossero un modo per giustificare la sempre imminente cessione del giocatore da parte della Società.

Oggi finalmente sembra che si possa parlare con serenità del problema.
Pato naturalmente non è stato venduto e sembra avere meno richieste che in passato. In questi giorni leggo sempre più spesso commenti di tifosi che si augurano una sua vendita, io non sono ancora tra questi.
Resto convinto che con Pato ed Ibra al massimo potremmo essere competitivi anche in Europa, ma questa è solo una mia opinione anche se confortata dai gol che sia nel numero che nella qualità  questo ragazzo ha fatto nei suoi anni al Milan.

Il suo problema sembra essere fisico ma credo anche caratteriale, spesso sembra estraniarsi dalla partita senza avere quella grinta e cattiveria che servirebbero per aumentare il suo rendimento e per dargli quella continuità necessaria  per fare il salto di qualità, i suoi sono lampi.

Arrivato quasi ai 23 anni speriamo che i problemi fisici (forse dovuti anche ad una cattiva gestione della sua crescita?) si siano risolti e non siano cronici.
Forse si è fatto anche l'errore di sradicarlo troppo presto dal suo ambiente e dalla  famiglia, non è facile per un ragazzo di 17 anni cambiare paese pur per un lavoro privilegiato come il calcio. Vivendo solo, i pettegolezzi lo hanno accostato spesso a serate allegre, normali per un ragazzo della sua età forse meno per un atleta. Ma questo è il passato, questa volta senza essere pressato dall'emergenza ha potuto curarsi con calma ed allora oramai è tempo di risposte ai dubbi che credo anche la Società si sta ponendo ed ad uno in particolare:
Pato sarà importante nel futuro del Milan?

L'esplosione definitiva del giovane brasiliano credo che potrebbe avere effetti  su qualsiasi competizione, il suo gol a Barcellona dimostra che è capace d'inventare magie alla Messi deve solo trovare continuità. Sarebbe importante che riuscisse a terminare questa stagione senza altri problemi fisici, se così fosse non ho dubbi sul suo rendimento.
Per questo dico, aspettiamolo!

Roberto

Riflessioni dopo 10 giornate

Approfittando della pausa Nazionale, divertiamoci a tirare un po’ le somme della stagione a circa ¼ della stagione, 10 partite giocate su 38.
 
Durante la campagna acquisti abbiamo un po’ tutti sognato (e sperato) che il presidente mantenesse la sua promessa circa il fantomatico “Mister X” o per lo meno stando alle dichiarazioni di A.G. che avrebbe messo mani al portafogli per “farci” un “costoso regalino post-scudetto”. Regalino che io personalmente credevo sul serio arrivasse e che fosse Fabregas.
 
Evidentemente sono sempre il solito “ingenuo sognatore”… perché l’esperienza mi dovrebbe insegnare che succede sempre il contrario come successe ad esempio nel 2002 quando affermò che mai e poi mai avrebbe comprato una bandiera come “Sandrone Nesta” ed io mi fregai le mani e mi vantai con gli amici sicuro che da lì a poco sarebbe arrivato…
 
Chiudendo la parentesi mercato anche perché poi all’ultimo giorno sono arrivati Aquilani e Nocerino che fino ad oggi hanno un rendimento superiore alle attese, ma soprattutto perché è stato uno dei motivi di “forti discussioni” nel blog, esaminiamo la parte esclusivamente tecnica. 
 
Partenza a dir poco disastrosa, allietata fortunatamente dalla conquista della Supercoppa contro i cuginastri, vuoi perché le squadre di Allegri partono sempre con il motore imballato, ma soprattutto per la incredibile serie nera di infortuni. 
Solo la forza di carattere di questa squadra ci ha permesso di non cadere subito alla prima giornata rimontando due gol alla Lazio. La prima vittoria è arrivata alla 4ª partita (5ª giornata n.d.r.) col derelitto Cesena con un “gollazzo” di Seedorf ai primi minuti per poi “riuscire” anche a soffrire per portare in porta la vittoria…
 
Comunque la partita più disastrosa e che mi ha fatto vacillare la convinzione di bissare lo scudetto, è stata quella con la Juve che alla fine stavamo anche portando a casa se non fosse entrato Bonera… e se Abbiati…, ma in ogni caso prestazione disastrosa sempre in balia dell’avversario.
 
Poi con il rientro di alcuni infortunati siamo ora dove siamo con la prospettiva di “poter solo noi” perdere questo scudetto.
 
Promossi a pieni voti: Ibra, Thiago Silva, Abate, Cassano (ci mancherà…), Nocerino.
 
Sufficienza piena: Aquilani, Robinho, Nesta (nonstante molte partite le ha terminate con le mani sui fianchi… ma sempre classe cristallina).
 
Sufficienza stiracchiata: Abbiati (che ha alternato cose positive a svarioni che ci sono costati punti e fatta giocare la difesa con poca sicurezza), Seedorf (che ritengo se impiegato a piccole dosi il suo contributo lo può dare), Yepes (impegnato poco, ma sembra non dare la sicurezza della passata stagione), Zambrotta (che si tiene a galla per l’esperienza, ma che sia l’ultima in rossonero).
 
Da rivedere: Taiwo (anche se voci lo dicono in partenza per Lisbona destinazione Benfica), El Sharaawy (sembra che abbia stoffa, ma evidentemente non convince appieno Allegri, oppure ha paura di bruciarlo), Van Bommel (sembra abbia perso lo smalto, l’età avanza, dello scorso anno), Boateng (a pensarci bene ha giocato da Boa solo con il Lecce, ma tra infortuni e squalifiche per ora non sta dando il suo consueto apporto, ma si rifarà ed alla fine del campionato sono sicuro che sarà tra i migliori).
 
Bocciati: Pato (speriamo che torni in forma appena rientra, ma quelle poche volte che ha giocato in alcune partite lo avrei preso a schiaffi… credo sinceramente che questa stagione sia l'ultima possibilità per dimostrarsi un fuoriclasse), Ambrosini (vedi Seedorf, ma avrei preferito non gli fosse stato rinnovato il contratto per ricordarmelo come uno dei “grandissimi” del Milan, invece per ora mi sta deludendo e molto), Bonera (alterna qualche buona prestazione a “sciagurate” prestazioni, non da Milan ma lo si sapeva da sempre), Antonini (vedi Bonera, anzi forse anche meglio, ma sempre non da Milan).

L’ANGOLO DELLA STORIA

Andrea Bonomi, il primo capitano

Bandiera rossonera negli anni 40, per dieci stagioni vestì la maglia rossonera. Difensore roccioso, collezionò 231 presenze in campionato con tre gol.
 
 
andrea bonomi (foto by magliarossonera.it)
 
Il suo esordio in rossonero avvenne in pieno clima di guerra, nella stagione 42/43. Andrea Bonomi, nato a Cassano d’Adda nel febbraio del ‘23, era approdato al Milan dal Dopolavoro Pirelli che per la sua cessione incassò 500 lire. E’ passato alla storia rossonera come “la bandiera milanista degli anni 40”.
 
La sua decennale militanza al Milan venne impreziosita, nel 1951, dallo scudetto (dopo un digiuno di vittorie durato 44 anni) e dalla Coppa Latina. In quell'anno, Bonomi collezionò anche la sua unica presenza in Nazionale, scendendo in campo contro la Svizzera (1-1). Le statistiche riferiscono anche delle sue tre reti in rossonero, tutte nel campionato 45/46.
 
Ciapin, così era soprannominato Bonomi, al Milan si ambientò presto. Dopo il campionato di guerra del ’44, per sette stagioni fu uno dei titolari inamovibili. Le ultime tre annate rossonere le disputò con la fascia di capitano al braccio, istituita per regolamento nel 1948.
 
In totale, ha disputato con il Milan 231 partite di campionato, esordendo in trasferta il 22 novembre ’42, allo stadio “Mussolini” di Torino. E fu vittoria di misura, con rete di Morselli, nonostante una squadra rabberciata da tante assenze, soprattutto quella del bomber Boffi. Il portiere rossonero Rossetti neutralizzò anche un rigore malamente calciato da Menti.

torino-milan ( novembre '42)
 
Nella cronaca de “Il Littoriale”, Bonomi fu inserito tra i migliori in campo. Con la maglia granata, c’era Valentino Mazzola, lo stesso che parecchi anni prima aveva salvato la vita ad Andrea Bonomi che stava rischiando di annegare nell’Adda (sei anni il rossonero, dieci il granata).
 
L’ultima presenza in campionato, il capitano milanista la collezionò il 25 maggio ’52 e fu una sconfitta, maturata sul campo del Legnano, fanalino di coda. Decisiva fu l’ala destra Sassi, autore di una doppietta. Le cronache della partita, in quella circostanza, non inclusero il capitano milanista tra i migliori in campo.
 
Lo storico rossonero Luigi La Rocca, ha definito Andrea Bonomi “un fedelissimo, pedina inamovibile nel comparto difensivo allestito da Czeizler assieme a Silvestri e Tognon”. Il terzetto, nel campionato 50/51, disputò tutti i quaranta incontri in calendario (38 più i 2 di Coppa Latina) dimostrando sicurezza e tenuta atletica superlativa.
 
In campo, Bonomi venne impiegato in qualche occasione come terzino ma il suo ruolo prevalente era centrocampista laterale. Non eccelso tecnicamente, Ciapin palesava grinta, dedizione e uno spirito agonistico non comune. Si meritò la definizione di “stantuffo mobilissimo e inesauribile, cuore pulsante della squadra”.

foto tratta dal sito magliarossonera.it
 
Nel ’52, passò al Brescia e tre anni più tardi, dopo una stagione a Piacenza, appese le scarpette al chiodo. E’ morto, nel suo paese natale, il 26 novembre 2003, quasi sessantuno anni dopo il suo esordio in rossonero. Nella grande storia milanista, Andrea Bonomi occupa un posto alla voce “capitani e bandiere”, insieme a colonne del calibro di Liedholm, Rivera, Baresi e Maldini. Superfluo aggiungere altro.

 
                                                                                                          by Sertac

AlmILanacco della settimana dopo – 11

Appuntamenti della settimana

Settimana libera dal calcio giocato in maglia rossonera e riservata alle amichevoli delle nazionali. Non si può non segnalare che molto probabilmente, questa settimana, il Milan vedrà finire il periodo di vacanza della presidenza. Di questo attesissimo evento godiamo noi che siamo accusati di non godere mai.

Accadde la settimana scorsa

Del filotto si è già parlato abbondantemente: era quello che si doveva fare e che si e' fatto. Quando si vince, bravi tutti.
Operato Cassano: un grande in bocca al lupo. Stagione strana dal punto di vista della natura degli infortuni, questa.
Condannato Moggi e condannato anche Meani. Assolta la Juve e nemmeno a processo il Milan.

 

Questa settimana si festeggia … San Pagn

Pagn nacque nelle campagne attorno a Parigi durante il regno di Luigi XVI (si legga in francese Luì csvì).
Era un bravo ragazzo, ed entrò nelle milizie del re. Molto propenso a leccare il sedere, fece carriera all'interno della milizia fino ad essere notato dal re stesso che lo volle nel suo governo.
Con l'inizio della rivoluzione francese (che non iniziò con la presa della Bastiglia, ma con il governo sotto nella votazione del rendiconto dello stato), cercò di scappare, ma fu subito catturato e gli fu fatta saltare la testa con una sciabola. 
Fu fatto martire per errore, ma in tutte le parti, tutto sommato, un martire c'è.

Il proverbio della settimana

Tanto tuonò, che piovve. O almeno, che annunciò pioggia. Ma pioverà?

Dietro le quinte…missione compiuta

Allegri, prima dell'inizio di questo ciclo di 7 partite nei 22 giorni compresi tra le due soste per la Nazionale ed alla faccia della scaramanzia, aveva dichiarato di puntare a vincerle tutte. Non solo il Milan ci è quasi riuscito (il pareggio con il Bate è anche figlio di tanti errori in fase realizzativa nel primo tempo e quella che avrebbe potuto essere un'altra quaterna è diventata un 1-1 sofferto, ma nel calcio ci può stare) ma a mio parere è andato ben oltre.
Guardando solo il campionato, la prima squadra di Milano ha vinto 5 partite su 5, con 18 gol segnati e 6 subiti, 3 quaterne e 2 triplette e con almeno lo stesso numero di occasioni fallite, a dimostrazione di una potenzialità offensiva impressionante per il campionato italiano.
Questi numeri sono arrivati nonostante che, a differenza degli avversari, abbiamo dovuto giocare ogni tre giorni e nonostante l'emergenza infortuni sia migliorata ma non certo finita.
Abbiamo reso semplice quello che sulla carta non sembrava esserlo, abbiamo tolto il coraggio agli avversari che hanno evitato di affrontarci spavaldi pensando che con la corsa ed il ritmo avrebbero potuto metterci in difficoltà. Li abbiamo resi timorosi di quello che poteva scatenare il nostro potenziale offensivo, costringendoli a pensare più a non scoprirsi che ad aggredirci.

Questo ciclo di partite ci ha dato alcune nuove risposte e riconfermato vecchie certezze.

Le nuove risposte sono:
1 – Forse finalmente abbiamo voltato pagina e dopo 10 anni abbiamo rinnovato il centrocampo del Milan
con giocatori più giovani che corrono e pressano. I risultati di questo mini ciclo sono stati ottenuti quasi tutti con un centrocampo composto da Nocerino, Van Bommel, Aquilani, e Boateng. Escluso Van Bommel, non male come inizio del ricambio.
2 – Cassano non era un acquisto sbagliato ed un giocatore finito. Auguri per il suo futuro.

3 – Erano ingiuste le critiche piovute sul Milan nel primo ciclo della stagione. Troppo difficile quel calendario per affrontarlo con una squadra falcidiata dagli infortuni e con una condizione fisica ancora precaria. Non era facile andare a Napoli senza Ibra, Robinho e Boateng, non era facile giocare ogni tre giorni con metà rosa infortunata. Diamo atto alla squadra di aver saputo resistere senza crollare anche moralmente.

Le certezze sono:
1 – Ibra è l'uomo più decisivo che sia appar
so nel calcio italiano dal ritiro di Van Basten.
Nonostante sia al settimo campionato nessuno è riuscito a trovare le giuste contromisure per il suo strapotere tecnico e fisico, decide solo lui quando essere devastante o quando solo normale, ma in entrambi i casi fa la differenza. Resta il mistero di come un giocatore simile non riesca ad avere lo stesso rendimento in Europa. Grazie Raiola di averlo promesso al Real Madrid la scorsa stagione!
2 – Thiago Silva è il miglior difensore del campionato italiano.
3 – Abate è il miglior terzino destro del campionato italiano ed ha ancora dei margini di miglioramento. Concordo con Galliani, la convocazione in Nazionale non può essere un tappabuchi, o Prandelli lo considera nel progetto Europeo oppure è meglio  lasciarlo a casa senza affaticarlo inutilmente.
4 – Robinho è vero che fallisce tanti gol ma appena ha riacquistato una condizione accettabile si è confermato il miglior compagno per Ibra.
5 – La rosa del Milan, nonostante alcune lacune, si conferma la più forte e completa del calcio italiano a dimostrazione delle buone campagne acquisti dell'ultimo anno.
6 – Avrei voluto inserire Allegri tra le certezze ma sono ancora un pò incazzato con lui per il trattamento riservato ad El Shaarawy.
Non so se il ragazzo sia un potenziale fuoriclasse o campione, potrebbe essere anche un bidone, ma se sul 3-0 a San Siro non lo fai giocare quando lo provi? Aver inserito Inzaghi sul 4-0 a cosa è servito, cosa ha fatto capire di nuovo rispetto a quello che già sapevamo? Ed Antonini al posto di Seedorf? A questo punto sarebbe auspicabile una cessione in prestito a Gennaio. Tenerlo fino a fine stagione sarebbe solo un grave danno per la sua crescita.
Dopo la sosta speriamo ci sia la possibilità di vedere Allegri in difficoltà per dover scegliere, significa che avremo recuperato quasi tutti.
Ad esempio Nocerino torna a destra per far posto a Seedorf?

Roberto