Nuovo orizzonte rossonero- Marco mi mancherai!!!

Esordisce  la mia nuova rubrica al giovedì che affiancherà quella di Roberto Rodiota.
Questa rubrica prende il nome dal mio vecchio blog che per mancanza di tempo ho dovuto abbandonare. Piccolo tributo personale  a quel blog . Nuovo orizzonte rossonero  sarà una rubrica che si pone l' obbiettivo di focalizzare l' attenzione su tutto ciò che riguarda il Milan mantenendo sempre una certa vena pungente e nel limite del possibile polemica come è mio consueto fare.

Lista Champions. Ci sono proprio tutti nella lista champions 2010-2011. C' è Pato, c' è Ibrahimovic, C' è Robinho, c' è Abate….ci sono tutti anzi no. Non c' è Borriello. A ben vedere Borriello non figura nemmeno fra gli attaccanti…
Già è vero…Ci siamo lasciati. Il Milan e Borriello non stanno più insieme. Mi ci vorrà un bel po per abituarmici a non vederlo in campo, nelle liste champions e in rosa. Sarà che prima di lui un attaccante vero di sfondamento con quelle caratteristiche non lo avevamo da anni ammesso che lo abbiamo mai avuto…. sarà che lui c' era in quella squadraccia che fu consegnata a Leo. Sarà che lui c' era quando, con un piccolo Milan quasi quasi si faceva lo sgambetto al' Inter se Pato e Nesta non si fossero rotti nel momento più importante della stagione con Leo. Sarà che è stato il fulcro di tante discussioni in vari blog con vari personaggi con cui sono in astio….Sarà che ho sempre avuto un debole per gli onesti gregari che si spaccano e corrono per la squadra sottovalutati da tutti tatticamente… fatto sta che l' assenza di Borriello mi manca come come quella di Kaka. Alla fin fine questa campagna acquisti mi lascia l' amaro in bocca.

Ibrahimovic sarà anche un campione, ma è uno che della maglia rossonera non gliene frega niente. Quando eravamo in difficoltà scelse l' Inter perché non sapeva se avessimo fatto la champions…fino a 2 settimane fa dichiarava che stava bene al Barcellona, ora pare essersi innamorato del Milan tutto insieme.
Non gioca con regolarità da marzo e aveva preso pure dei kg in più. Non so se ha fatto una buona preparazione o meno, ma lui stesso definisce la sua condizione fisica non ottimale. Vedremo. 

Robinho. A me questo giocatore fa impazzire. E' tecnico, velocissimo, salta l' uomo ogni volta che lo punta e sa mettere la palla dove vuole. Grandissimo giocatore. Credo che l' avere una riserva di Pato e Ronaldinho o uno che ti può cambiare la partita,  entrando dalla panchina sia molto più importante del' avere Ibra.

Varianti tattiche. Il super attacco ci permette la possibilità di scegliere  fra diverse alternative da utilizzare anche e soprattutto a partita in corso. Dovrà essere molto bravo Allegri a scegliere fra le tante variabile quella giusta per ogni circostanza.
Mi auguro che Pato, Robinho, Ronaldinho, Ibrahimovic non giochino di partenza tutti contemporaneamente. equilibrio tattico a parte,  avere un ottima riserva è importante per poter effettuare un certo Turn Over massiccio, fondamentale per ottimizzare il dispendio energetico dei giocatori e per limitare gli infortuni. 

Allegri. Ogni allenatore ha qualche caratteristica che mi piace molto. Per ora mi piace molto di Allegri che schiera in campo e porta in panchina molti giocatori giovani per avere un buon ritmo e tenuta per tutta la gara.Mi piace veramente tanto inoltre che non fa i cambi tardivi. Grosso difetto che avevano i suoi due  predecessori.

Berlusconi ha riaperto il portafoglio ed è tornato a spendere . Anzi no.   
Può risultare difficile da credere ma è la verità. Berlusconi non ha speso praticamente nulla per questa campagna acquisti faraonica. Le cessioni hanno praticamente finanziato gli acquisti e gli acquisti che non sono stati finanziati non sono per ora stati pagati. Quindi possiamo dire con certezza che il trend della non spesa continua. Il prossimo anno i cordoni della borsa si dovranno necessariamente riaprire per sostenere la campagna acquisti di questa stagione e li potremmo finalmente dare una valutazione realistica di questa sessione di mercato e del reale sforzo economico del presidente.

Fly Emirates. Sarà una coincidenza, sarà un caso ma dopo l' arrivo del super aereo ultra  tecnologico a Malpensa della Fly Emirates, il Milan ha cambiato pelle. Si passa dal timido parlare di bilanci e via dicendo alle presentazioni in pompa magna di Ibrahimovic e Robinho. Colpi che indubbiamente fanno un certo scalpore. Che si stia avverando quello che in molti vanno pensando da tempo?

Voto al mercato rossonero.  Dopo le mie pagelle molto severe date qualche settimana fa al mercato del Milan, in molti attendevano con impazienza con spirito di rivalsa goliardica la mia revisione alle stesse al rialzo. 
Mercato in Entrata:  7 
Robinho, Ibrahimovic, Boatheng Papa, Amelia. Considerando gli ultimi due colpi si può tutto sommato essere soddisfatti. Rimangono molti dubbi sulla capacità di Robinho e soprattutto Ibrahimovic di amalgamarsi con Pato e Ronaldinho e con il resto della squadra bene. A Barcellona in un contesto simile, lo svedese  ha fallito e un motivo ci dovrà pur essere. Robinho è fuori da molto tempo dal progetto City. Anche qui bisognerebbe interrogarsi del come mai. I problemi sulle fasce e a centrocampo non sono stati risolti ed erano una priorità . Della serie,  una valutazione prudenziale e quindi non eccessiva ad inizio campionato è doverosa. Sarò poi ben lieto di rivedere ulteriormente questo voto al rialzo.
Mercato in Uscita: 5/6
Fare fuori in un unica sessione Huntelaar, Kaladze, Dida, Favalli non è male. 
Cedere Borriello e cederlo a una diretta concorrente invece è malissimo. Anche perché Borriello era pienamente affiatato con la squadra ed era uno di sicuro affidamento. I nuovi arrivati non si sono mai allenati con la squadra. Torneranno dalle nazionali 2 giorni prima della partita contro il Cesena e poi subito gara di champions che dobbiamo vincere assolutamente. 
Oddo, Iankulovski sono ancora al Milan cosi come Gattuso che addirittura è stato convinto a restare. 
Le cessioni in comproprietà di Oduamadi e Strasser visti i problemi nel risolverle non mi è piaciuta. 
Voto complessivo al mercato del Milan 6.5. Buon mercato ma,  per ora con il retrogusto amaro. Un vero peccato perché questa sessione di mercato sarà irripetibile e credo che con un po di attenzione in più si avrebbe potuto avere un bel 9 come voto finale. Direi una buona occasione persa. 

 

Gioca Jouer!





Ebbene, dopo aver fatto una breve, amena, modesta, approssimativamente fallace e parziale disamina sulla mezza stagione dei rossoneri, è giunto dunque il momento di giocare a fare il Geometra di Monza della situazione (l’uomo cui dobbiamo venti e passa trofei tanto quanto le delusioni recenti, giusto?) e dico il Geometra così faccio contenti quelli del partito del “Il Milan è di Cravatta Gialla mica di Silvio”. Trovo giusto farli felici perché mi regalano grandi emozioni con illuminazioni del tipo: “Quando Leo va bene è mossa geniale di Silvio, quando Leo va meno bene è scelta di Cravatta Gialla, Silvio voleva Allegri o Van Basten e ora saremmo primi senza dubbio” oppure “Leo è stato proprio un cattivo ragazzo a pretendere Huntelaar e la conferma di Pirlo, se avesse deciso Silvio ora saremmo primi, magari avessero ascoltato Lui” o ancora “Giocano sempre Pirlo e Seedorf, Leo incapace vattene! Sei come Ancelotti!”. Ci sono cose che non hanno prezzo, a tutto il resto ci pensano loro. Non si smette mai d’imparare. I miei più sentiti omaggi a costoro la cui onestà d’intelletto è degna d’ogni stima. Chapeau!

Torniamo a noi. Dunque. Il Geometra di Monza non vuole spendere ed ama i vecchi, questo dovrebbe essere il punto di partenza. Egli ha una vera e profonda passione per i rinnovi figli della riconoscenza eterna e soprattutto adora i nomi del passato dall’ingaggio pesantino ma dal costo del cartellino nullo o quasi. Riesce ad imporre questa sua “logica aziendale” al povero Silvio che con tutte le sue forze prova a dare un cambio di marcia al tutto e che vorrebbe investire ingenti somme per rifondare la squadra ma nulla può contro il potente ed inarrestabile Geometra di Monza amante dei rinnovi ai senatori e delle figurine da rigenerare. Il caso Mancini ne è un illustre esempio recente ovviamente. Per fortuna Silvio è riuscito a portare gli Zigoni, i Beretta, gli Abate, i Di Gennaro (soprattutto questi!), il giovanissimo Antonini, gli Hottor e gli Adiyiah,… tutti emblemi della volontà di combattere i vizi del Geometra di Monza da parte de Il Savio Silvio, pochi e sporadici sussulti nel mare di un’egemonia geometresca irrefrenabile, incontenibile, illimitabile, oserei dire complottesca! E’ in questo scenario drammatico e che deve certamente suscitare in noi la massima compassione per chi piange e paga per far comandare altri, è in questo scenario che deve nascere il Milan 2010/2011, è in questo scenario che dobbiamo sperare che il bene trionfi sul male e che il nostro eroe savio riesca ad imporsi sulle forze oscure che tramano contro di lui. Vediamo un po’.

Portieri: se il Savio dovesse riuscire a farcela potremmo trovarci Abbiati titolare, Storari secondo portiere e Roma terzo. Dida a casa o in Brasile o dove cazzo gli pare. Nessun esborso ed anzi risparmio di un ingaggio da otto milioni lordi l’anno. Forza Silvio non farti fregare del Geometra! Siamo con te! La sottil tenzone del servo che diventa padrone va domata! Armate di fidi scudieri sono ancora al tuo fianco!

Difensori: abbiamo 5 terzini e mi fan cagare tutti e cinque se vi devo dire la verità. Ve li metto in scala di preferenza da quello che mi garba di meno a quello che ritengo almeno accettabile: Jankulovski, Zambrotta, Abate, Oddo, Antonini. Il fatto che ritenga Antonini il migliore di quelli che abbiamo penso la dica lunga. Beh, ovviamente sappiamo che il Savio avrebbe voluto ben altri in quel ruolo ma il Geometra l’ha presumibilmente infinocchiato pompandogli le gesta di Zambrotta e Oddo prima e convincendolo poi che Abate ed Antonini sono gli eredi naturali di Cafu e Serginho. Più il Savio gli diceva che voleva spendere in quel settore più il Geometra gli diceva che non ce n’era bisogno e che siamo a posto così, perché il Geometra ci crede veramente e non lo dice mica perché deve coprire il fatto che qualcuno ha deciso di chiudere i rubinetti in direzione “affare di cuore”. In definitiva proverei a piazzare il ceco, il comasco e l’Ignazio che un certo mercato dovrebbe averlo nonostante i piedi che non ha e me ne prenderei due forti davvero di terzini, il salto di qualità lo dobbiamo fare lì. Adesso li chiamano finalizzatori quelli che giocano lì, dicunt. Al centro Nesta, Thiago Silva e Bonera li confermiamo. Kaladze lo piazziamo ed Onyewu fa un buon Mondiale così tiriamo su qualcosa. Ci vuole un altro centrale ma forte, non Astori di Milan-Cagliari, grazie ma gente alla Laursen non fa per noi. Troppo fico, a volte, giudicare un giocatore da una sola partita. La prima impressione non sempre inganna. Tiriamo su un po’ di schei anche dalla metà del cagliaritano.

Centrocampisti: ecco il reparto che il Savio ha cercato in tutti i modi, negli ultimi sette anni, di rinforzare, scontrandosi con il Geometra che ha sempre trovato alleati cattivoni in Ancelotti prima e Leonardo poi. Pur con una quantità enorme di soldi a disposizione l’uomo di Monza ha infatti optato per i parametri zero o prestiti alla Vogel, Dhorasoo, Flamini, Beckham, Mancini ovvero ai famosi vecchi dal grande nome passato stile Emerson, purtroppo anche qui il nostro Eroe non è riuscito ad imporre gli acquisti di grandi centrocampisti come avrebbe voluto, Fabregas su tutti. E’ colpa del Geometra, del Maradona di Paramaribo, di messere Carlo da Reggiolo prima ed ora, di Leo ora, dei senatori sempre e comunque. Emblema di tutto ciò il “centrocampista” Gourcuff, lì si vede chiaramente il tutto. Un chiarissimo esempio di mezzala o centrocampista alla Seedorf bei tempi che per grossa ingiustizia non ha trovato spazio, è chiaro, anzi chiarissimo, che non era Kakà a dovergli fare posto. In questo reparto confermerei solo Flamini ed Ambrosini. Servono un regista moderno alla Albertini, una mezzala di qualità e quantità ed almeno un’altra alternativa sempre con passo e dinamismo oltre che una buona tecnica. Manchiamo completamente di ritmo in mediana. Dobbiamo tifare il nostro savio Silvio perché so che lui vorrebbe regalarci tutte le cose che ci mancano ma si trova tutti contro e non ci riesce, sosteniamolo che non è in una situazione facile! Si sa che è stato il Maradona di Paramaribo ad impedirgli di reinvestire, come promesso, i 67 milioni della cessione di Kakà perché non voleva gente che gli potesse fregare il posto! Cosa farei io? Realisticamente mi accontenterei di sbolognare quello lì che non riesce a concepirsi fuori dall’undici titolare per sostituirlo anche con un Ledesma qualsiasi, costo d’ingaggio e basta. Non ho così fiducia nell’impresa vittoriosa, nel breve periodo, di colui che vorrebbe tanto spendere per un’ala o un mediano completo ma ne è impedito da chi ama così tanto la vecchia guardia da non poterne farne a meno. Ma sono strafiducioso. Perché? Perché è noto che nel 2011, prima della fine del Mondo ed alla scadenza dei vari contratti, i più grandi centrocampisti della Terra varcheranno le soglie di Milanello e qualcuno planerà dall’alto con l’elicottero per dire che nessuno glieli potrà mai portare via offrendo di più. Chi vive sperando…

Attaccanti: per me qua siamo messi abbastanza bene finché non verrà ceduto Pato. Io confermerei Borriello ed Huntelaar dando un riconoscente calcio nel sedere al sig.Inzaghi che ci ha dato tanto e merita il massimo rispetto ma che ora può andare a dare in squadre diverse dal Milan, potrà anche fare gol importanti in Coppa o in Campionato da qui alla fine, non me ne stupirei, ma serve un attaccante utile per tutta la stagione e non per dieci partite al massimo, soprattutto con lo stipendio che si ritrova. Riscatto Paloschi. Cerco un attaccante esterno o un trequartista dinamico, magari entrambi se uno dei due è a parametro zero (Joe Cole?), visto che so già che prevarrà questa politica del Geometra di Monza nonostante la volontà di Silvio il Savio di regalarci altri campioni ineguagliabili che tutto il Mondo c’invidi. Sarà mica che l’Inter arriverà facilmente alla seconda stella perché il verissimo,  incontestabilissimo ed immarcescibilissimo numero 1 del Milan è un gobbo? Ecco svelato l’arcano! Complotto! Si tratta di complotto!

Le suddette riflessioni, i cui riferimenti alla realtà e alla virtualità sono del tutto casuali, sono frutto oltre che d’incompetenza scontata anche di fantasiose ed irrealistiche ricostruzioni figlie d’eccesso di riconoscenza durante il regno di Silvio il Savio e per lo stesso; tuttavia vincenti o perdenti, belle o brutte, ricche o povere di contenuti, un giorno non saranno più ugualmente idiote di altre. Liberamente tratto dal finale di un film Kubrick-Thackeray.




Memorie di mezza stagione, non evolute, sulla futura terza squadra più titolata d'Italia (seconda parte)




Anche se sono tra quelli che piangono solo, senza pagare, pubblico ugualmente la seconda parte delle memorie non evolute, pur non possedendo neanche un’azioncina dell’Ac Milan spa credo di poterlo fare e poiché mi va do anche i voti questa volta.

Flamini: piede non da regista ma migliore di quello di Ambrosini o di Gattuso. Tatticamente poco disciplinato tende ad eccedere nella foga agonistica trovandosi spesso ad andare fuori posizione ovvero a girare a vuoto. Lodevoli le sue doti d’inserimento favorite da un buon dinamismo ed un buono spunto sul breve. Bravo nelle chiusure laterali a coprire il terzino che spinge. Dovrebbe concludere più spesso a rete perché ha il fondamentale del tiro dal limite. Dovrebbe sempre trovare spazio in un centrocampo a tre del Milan come mezzala. Sottovalutato. 6,5

Pirlo: ha perso del tutto quella già poca applicazione in fase di non possesso che da sempre lo contraddistingue visto il suo nascere come trequartista. Unico “centrocampista” in rosa dotato potenzialmente di lancio lungo e capacità di far ripartire la manovra con raziocinio, per questo sempre o quasi impiegato da Leonardo. Mostra tuttavia spesso grossolani errori proprio in cabina di regia, anche su passaggi semplici per uno come (era?) lui, segno di una tenuta atletica modesta che ne intacca la lucidità. Non dà più segni di vita sui calci di punizione dal limite pur insistendo più volte nel volerli battere lui. Si propone troppo poco per il tiro da fuori ma la posizione arretrata non lo agevola. Titolare perché unico in rosa, nel suo genere (sappiamo che per esempio Ghirardi , nel prendere uno Dzemaili qualsiasi, è stato favorito dalla diversa fiscalità del Granducato di Parma). 5+

Ambrosini: tiene su la baracca nei due mesi trionfali del 4-2-1-3 sgobbando per almeno tre o quattro compagni di squadra. Attaccante aggiunto quando gli esterni offensivi sono bloccati e lasciano sola la punta centrale. Maestoso nelle bagarre al limite della nostra area di rigore. Indomito mastino quando si tratta di bloccare l’uomo migliore degli altri (memorabile l’annullamento di Kakà nella doppia sfida col Real). L’età non gli consente di giocare ai suoi livelli sempre, non è una scusante ma una constatazione. Il miglior centrocampista del Milan. Sta onorando la fascia. 8

Mancini: bocciato da molti tifosi rossoneri prima ancora di giocare, bocciato perfino dal proprietario del Milan è invece a mio parere un potenziale buon colpo di Galliani, come alternativa a Pato e Ronaldinho non si poteva trovare di meglio ora come ora e visti i mezzi non eccelsi di cui disponiamo. Va via Di Gennaro e arriva lui, non so se mi spiego. 6 (di stima)

Beckham: inspiegabilmente bocciato con voti troppo bassi nelle ultime partite è sempre lo stesso dello scorso anno ma gioca più avanti. L’inglese non è mai stato un’ala alla Giggs nemmeno quando aveva 25 anni quindi non si può certo pretendere ora che prenda, salti l’uomo e vada al cross. E’ un regista laterale che fa della sagacia tattica il suo emblema. Si fa trovare libero per il cross sorprendendo il laterale avversario che è andato avanti, lo fa col movimento, con l’intelligenza di sapere quando scattare in avanti; se il laterale è bloccato soffre, partita col Livorno docet. Insegna anche però che sul contropiede di Pieri nel primo tempo è andato lui a coprire la fuga infruttuosa di Abate. Maestro d’equilibrio ed esperienza. Se Mancini salterà l’uomo potrà tornare più indietro nel suo ruolo più congeniale. 6+

Pato: è un giocatore fondamentale a prescindere per il Milan. Lo è perché va via in velocità all’avversario di turno anche negli spazi stretti, anche se chiuso, anche se pressato. Egli può sempre, se gli gira, prendere e partire regalandoci la superiorità numerica. Vive di alti e bassi come ci può stare benissimo a vent’anni ma per la nostra intera manovra d’attacco è troppo importante, per renderci più pericolosi e di conseguenza meno prevedibili, per non lasciare Borriello da solo contro due o tre centrali, per i suoi tagli in area di rigore, perché dà profondità alle ripartenze non volendo solo la palla sui piedi. Si può sapere quando torna? 7

Inzaghi: ci ha regalato Marsiglia in tandem con Seedorf e poco altro. Non impiegato spesso appare ora la terza scelta come finalizzatore (a proposito, ne abbiamo tre, l’ultima cosa che ci manca è un finalizzatore). Sembra non essere più in grado di entrare e dare la scossa negli ultimi venti minuti col suo movimento frenetico. Finisce in fuorigioco ben più di una volta. Mai darlo per morto però, ci basterebbe una serata delle sue con lo United, dico bene? Poi addio e benvenuto Paloschi. 5,5

Huntelaar: non è lo scarsone che tanti dipingono e non è neanche Van Basten (ma chi lo è? Amauri? Milito?). Per rendere al meglio avrebbe bisogno di Pato a sinistra, a mio parere. Il miglior Mancini a destra lo potrebbe aiutare molto. Ha bisogno di esterni che assecondino il tempismo dei suoi movimenti in area di rigore, in particolare sul primo palo, con Serginho sarebbe andato a nozze. Quando in Coppa Italia ha dovuto fare da seconda punta ad Inzaghi è sparito, è una coppia improponibile ed incompatibile. Si è trovato titolare all’inizio quando tutta la squadra non girava. Lo vedo in crescendo come affiatamento con il nostro sistema di gioco, ci darà di più in questa seconda parte di stagione. Scommetto su di lui. 5/6

Borriello: centravanti-boa vecchia maniera. Grande lottatore e sportellatore che si fa apprezzare anche per le doti acrobatiche viste alcune reti di pregevole fattura in semi-rovesciata. Abile nel lavorare per la squadra tenendo palla per poi smistare. Intelligente nei tagli ad allargare per portare fuori i centrali e favorire gli inserimenti da dietro. Dotato nel gioco aereo sia in fase di realizzazione che in quella di assist-man con le classiche torri. Buonissimo sinistro. Bravo nel movimento dietro la linea dei difensori avversari ad assecondare i lanci dalle retrovie che saltano il centrocampo. Fondamentale nello schema di Leonardo col suo ingresso stabile in squadra è venuto il momento più positivo. Dzeko chi?? 8

Ronaldinho: assist e reti, non riporto i numeri perché sono noti e parlano da soli per quanto riguarda la sua decisività in questa stagione. Sta dando quello che il Ronaldinho quasi trentenne può dare. Non ci si può aspettare che prenda e faccia fuori due o tre uomini per poi andare al tiro come ai bei tempi. Questo lo può fare se gli lasciano campo e lo aspettano troppo distanti e poco aggressivi ma in Serie A capita assai raramente di affrontare allenatori come Malesani. Avrebbe bisogno di un terzino più bravo di Antonini che gli portasse costantemente via l’uomo o  ne sfruttasse il piede destro per andare sul fondo e metterla in mezzo, renderebbe ancora di più, si esalterebbe ancora di più. Non abbiamo perso il derby per colpa sua. Vendere Kakà e puntare su di lui è stata una mossa, allo stato attuale dei fatti, vincente da parte di Berlusconi (non di Galliani). 7,5

Adiyiah: non lo conosco ma perché definirlo come mega-pacco stile Viudez senza averlo mai visto una sola volta in maglia rossonera? E solo perché non è stato inserito nella lista-Champions? Insomma, lasciamolo mettersi alla prova ‘sto ragazzo! s.v.


 

 




Una settimana da diavolo – Florilegio dell’evoluzione




Marina Berlusconi: "Ritengo certi stipendi di giocatori assolutamente immorali – sbotta il presidente della holding di famiglia, proprietaria del 100% del club -. Se il calcio non vuole esplodere penso sia necessario tornare alla ragione e che si metta un termine a certe follie".

–>Siamo sicuri che si tratti di immoralità e non per caso di fastidio per una concorrenza, anche interna, che quei soldi è disposta a darli ancora ai giocatori più forti mentre la nostra proprietà, legittimamente, non ha più l’interesse iniziale che aveva nel calcio? A me pare solo una scusa, non sarebbe più semplice dire apertamente che se prima il Milan era un affare di cuore ora è un affare di bilancio? Io capirei serenamente e tranquillamente, anzi, ho già compreso, ma vorrei sentirmelo dire chiaramente dalla proprietà e non solo dai suoi delegati. Non voglio che mi si dica che la rosa è composta da ventinove campioni ineguagliabili che tutto il Mondo c’invidia e baggianate similari per giustificare i mancati investimenti. Men che meno presunti richiami alla moralità che minano la libera iniziativa economica, ci sono le procedure concorsuali ad eventualmente "punire" gli imprenditori dissoluti, è il rischio d’impresa.

Galliani su Gattuso: "Ho usato tutti i mezzi possibili per convincerlo, staremo a vedere…". "Con Gattuso siamo d’accordo, prima guarisce e poi ci ritroviamo e parliamo – ha detto l’ad rossonero – Posso anche dire, e non l’ho mai fatto finora, di aver proposto a Gattuso non solo di rimanere, ma anche di prolungare e spalmare il contratto, di chiudere la sua carriera nel Milan".

–>Un giocatore, infortunato e per giunta in palese calo di rendimento quando chiamato in causa, si permette di dire che lui è Gattuso, non uno come gli altri, e che per giocare non può aspettare che un compagno s’infortuni e la società cosa fa? Lo prega in ginocchio di restare e in più gli prolunga il contratto? Ma il rinnovo annuale per gli over-30, spiegatemi, valeva solo per Ambrosini? Non notate una palese differenza di trattamento fra i due e peraltro ingiustificata visto il diverso comportamento tenuto dai due? E ancora. Ma, Galliani è costretto a pregare Gattuso di rimanere perché sa che non avrebbe i soldi per comprare un nuovo centrocampista e se dovesse andare via sarebbe costretto a dire che l’arrivo di Beckham copre l’uscita del numero 8? Fate voi . Ah, ma se dovessero arrivare pure i rinnovi di Dida e Inzaghi come la metteremmo col “nuovo corso”?

Galliani sulla campagna abbonamenti per il girone di ritorno: "Oggi, nella prima giornata di campagna abbonamenti, ci sono stati 103 nuove tessere. E’ un dato ufficiale che mi rende felice e l’invito è quello di tornare a godere delle emozioni che il Milan regala giocando a San Siro".

–>Io non l’ho bocciata l’iniziativa della campagna abbonamenti per il girone di ritorno, come si può leggere in uno dei miei post precedenti, ma mi chiedo: come mai durante tutta l’estate non è stato mai fornito l’aggiornamento del numero di abbonati ed ora si sbandierano le 103 nuove tessere sottoscritte al primo giorno della riapertura degli abbonamenti? Credono che ci sfugga il meccanismo psicologico sotteso? Come mai alla gente definita quest’estate, implicitamente, non evoluta ora si mandano lettere richiamando alla passione per la squadra ed alla fiducia verso la società? Come mai ci si comporta come se per quelli che hanno deciso di non abbonarsi sia venuto meno l’amore per il Milan invece che il rispetto e la stima per chi il Milan possiede e dirige? Credo che delle scuse pubbliche soprattutto da parte del proprietario del Milan ma anche del massimo dirigente, per quanto visto e sentito tra gennaio e agosto, farebbero molto più di sedicimila lettere. Perché non è questione di “profonda amarezza per la vendita di Kakà” o di “non saper capire  e accettare il cambiamento”, è questione di fiducia, rispetto e stima che devono essere riguadagnate. La gente non si prende in giro. E così magari non ci renderemmo ridicoli sbandierando un centinaio di abbonati quando il giorno del raduno si diceva che l’80% dei tifosi approvava le scelte della società.

Galliani sul cambio di passo del Milan tra le prime sette partite e le successive sette: “I dubbi nel calcio vengono – ha aggiunto il numero due del Milan – perché è chiaro che dopo sette partite con nove punti l’umore è diverso rispetto a quando nei fai 19 nelle successive sette. Però noi stiamo tranquilli, non pensiamo mai di cambiare allenatori, abbiamo ormai metabolizzato le molte vittorie e le poche sconfitte”.

–>In questo caso la proprietà va lodata. Dopo Bergamo ero convinto che il Milan dovesse cambiare allenatore proprio perché ero sicuro della qualità della rosa che doveva garantire almeno una terza/quarta posizione ma soprattutto perché vedevo una squadra senza un’identità, senza un’anima, senza idee quando scendeva in campo. Altri presidenti alla Zamparini o alla Moratti primi tempi probabilmente non avrebbero esitato a fare così ma i nostri dirigenti ed il nostro proprietario che hanno vinto prima e dopo calciopoli hanno invece saggiamente confermato l’allenatore su cui Berlusconi aveva puntato ed i risultati, al momento, stanno dando loro ragione.

Il capitano Ambrosini sullo Scudetto: “E’ un progetto credibile, molto credibile – dice il capitano – stiamo vivendo un lungo momento positivo, ma per avere la possibilità di raggiungere e scavalcare l’Inter dobbiamo migliorare ancora e sperare che i nerazzurri rallentino un po’ la marcia. Noi siamo convinti di avere ancora alcune potenzialità inespresse e riuscendo ad esprimerle pensiamo di poter competere alla pari con Inter e Juve”.

–>Io ritengo che il massimo che possiamo raggiungere sia il secondo posto ed il minimo che dobbiamo ottenere sia il quarto. Solo l’Inter, suicidandosi sportivamente, può perdere questo campionato e non solo per i sette punti di vantaggio che ha ora, potranno anche essere quattro o dieci dopo le partite di sabato che il discorso non cambierebbe alla lunga: hanno una rosa più ampia e ricca di alternative, terzini titolari più forti, portiere più forte, centravanti più forte, panchina più completa, perfino tribuna, ecc ecc. Tuttavia se il gruppo, che in molti elementi è abituato alla vittoria, si sente sul pezzo e motivato solo mirando a grandi obiettivi, se trova l’alchimia e lo spirito di sacrificio nel porsi una grande meta, allora ben venga il sogno-Scudetto. I nostri non sono fatti per sentirsi arrivati già ora, probabilmente mollerebbero e si tornerebbe a battagliare con Fiorentina e Roma, se raggiungono convinzione mentale e sicurezza nei propri mezzi tali da sentirsi di poter competere con l’Inter facciamoci trovare vicini a loro nel derby di ritorno e testiamoci, non abbiamo nulla da perdere, se vincesse l’Inter lo Scudetto sarebbe una cosa normale scontata obbligata, se lo vincessimo noi un’autentica impresa (non dimentichiamo che siamo “i poveri dal presidente più ricco”). Questo deve essere lo spirito, la nostra forza. In fondo anche nel 1999 non eravamo i più forti anche se allora il livello della Serie A era notevolmente superiore e quindi anche la possibilità di perdere punti da parte di chi stava davanti in classifica.


Articolo di Sportmediaset.it sul confronto Leonardo-Ancelotti. “Dopo un inizio di stagione magro di soddisfazioni, Leonardo ha continuato a lavorare sodo ed ora sta raccogliendo i suoi frutti sottoforma di risultati. Con la sequenza di risultati utili infilata i rossoneri hanno raccolto 28 punti in 14 partite: è il rendimento migliore delle ultime quattro stagioni. Meglio anche di Ancelotti quindi, che la passata stagione alla stessa giornata dopo la sconfitta di Palermo aveva raccolto un punto in meno.”

–>Premesso che nella stagione 2006/2007 vi era un -8 di partenza e premesso che l’ex-tecnico che si punta a criticare sta dominando il campionato più competitivo del Mondo, ritengo che questi confronti, soprattutto protratti tanto in là, lascino il tempo che trovano. Campionati diversi, rose diverse, avversari diversi, situazione-infortuni diversa. L’unica ipotesi di parallelo si può sostenere in minima parte con la scorsa stagione e da questa si evince la assoluta indifferenza sul piano tecnico nel passaggio fra una squadra con Kakà ed una con Ronaldinho titolare fisso, Thiago Silva e Nesta in difesa, un centravanti-boa davanti come Borriello o Huntelaar, elementi che l’anno scorso mancavano così come un giocatore di fascia pimpante come Abate. Scrissi, a fine agosto, che la squadra di quest’anno è leggermente inferiore a quella della stagione passata perché al di là del rendimento ultimo di Kakà egli rappresentava la chiave del gioco rossonero, nel bene e nel male, in un certo senso l’anima. Ebbene, rimango coerente con quest’affermazione e per questo do merito a Leonardo per aver trovato il modo di sfruttare la rosa dandole un’impronta ed uno stile di gioco che si liberasse della partenza del campione di Brasilia. Ora hanno capito che sono una squadra forte almeno come l’anno scorso anche senza di lui, producendo calcio in modo diverso. Ricordate le frecciate velate di Leo alla conferenza stampa del raduno all’indirizzo di Ancelotti? Sul Milan che giocava al “Pato prende la palla e parte, Kakà prende la palla e parte?”. In un certo senso il Milan era ostaggio dei capricci di Kakà e delle sue alterne prestazioni tanto quanto dell’eccesso di riconoscenza di Ancelotti per il gruppo che aveva costruito Atene 2007. Ecco, ora sembra non essere più così. E’ Berlusconi che ha mandato via entrambi, è un fatto, così come nel bene anche nel male se ne è assunto e se ne assumerà la responsabilità. Elogi o critiche per queste scelte devono andare, a seconda dei casi e degli eventi, di pari passo in modo da assicurare obbiettività ed imparzialità di giudizio. Speriamo un giorno di poter dire di Leonardo che fu una scelta vincente come quella di Sacchi o di Capello o dello stesso Ancelotti, strappato al Parma all’ultimo momento nel novembre 2001; anche se ci tengo a sottolineare che in entrambi questi tre casi la sensazione palese era che ci fosse una forte volontà della proprietà d’investire e di primeggiare (nel caso di Ancelotti almeno per una parte della sua permanenza al Milan), ora invece la sensazione latente è il disimpegno; se un Capello o un Sacchi andavano a guidare squadre progettate per vincere anche seguendo con grande interesse le loro indicazioni a Leonardo è stato chiesto qualcosa di diverso, cioè gestire le risorse umane a disposizione in modo differente dal predecessore dimostrando che possono rendere molto di più delle recenti stagioni. Insomma l’intenzione alla base della scelta appare dissimile nell’ultimo caso conducendo anche ad un grado di merito per chi quella scelta l’ha fatta difficile da quantificare in caso di esiti positivi: perfino maggiore poiché vincere con i conti a posto è ancora meglio o minore poiché il tecnico ha dovuto un po’ arrangiarsi senza l’appoggio e la concreta vicinanza di una proprietà prona ai suoi desiderata? A voi l’ardua risposta.




Una settimana da diavolo – La diritta via non è smarrita




La settimana delle due sfide con Cagliari e Olympique Marsiglia è stata decisamente positiva malgrado siano proprio le persone che sostengono essere la nostra rosa da  metà classifica o poco più a criticare incoerentemente la nostra squadra. Dico in generale, non qui nello specifico, quindi niente prese sul personale, grazie.

Abbiamo rinsaldato la terza posizione in classifica andando ad un rassicurante +4 sulla Fiorentina che è la vera rivale, Parma e Sampdoria sono chiaramente delle meteore che ci potranno fare neanche il solletico. Le due pere di Borriello date ai gialloblu la dicono lunga sull’abisso di valori tra noi e loro, il presunto fenomeno dei blucerchiati poi, tal Cassano, sappiamo come si sgonfi appena incontra qualche squadra seria. La nostra corsa è sui Viola e sulla Roma se Totti dovesse tenere (il Pupone sì che è un fuoriclasse assoluto), il vantaggio su entrambe è rassicurante. Se poi la Juventus dovesse sgonfiarsi sotto il peso dei cinquanta milioni buttati via per Diego e Felipe Melo tanto meglio. A proposito di Juventus faccio veramente tanti complimenti a quei “tifosi” bianconeri che persistono in cori razzisti nei riguardi di un cittadino italiano e a tutti quelli che dicono che questo non è razzismo ma solo antipatia verso il sig. Mario Balotelli. Se si arriva a dire che ad uno che non sta simpatico si può urlare "non esistono negri italiani" si è perso veramente il senso di quelli che sono i valori comuni cui ogni civiltà si deve ispirare, quei valori che stanno al di sopra di qualsiasi legge, quei principi che ogni uomo dovrebbe sentire suoi. Qualcuno d’importante ha detto recentemente che quelli che fanno così sono degli stronzi, no, sono ben peggio. Tornando al campionato l’Inter invece vincerà comodamente il diciassettesimo Scudetto conquistato sul campo, nessun dubbio.

In Champions League abbiamo messo una seria ipoteca sulla seconda posizione nel girone alle spalle della capolista della Liga, il Real, che però tutti o quasi dipingono inspiegabilmente come una squadretta che non vale mezzo Barcelona, c’era davvero qualcuno che chiedeva al Milan il primo posto nel girone? Primo posto peraltro ancora raggiungibile dato che la vittoria a Zurigo sarà poco più che una formalità e se così non dovesse essere sarebbe giusto che uscissimo subito. Curioso poi che si critichi la squadra rossonera che prende quattro punti su sei all’Olympique Marsiglia che viaggia a -3 dal Bordeaux in Ligue 1 ma con una partita in meno mentre passa quasi inosservata la Juventus che molti espertoni dipingevano come uno schiacciasassi irraggiungibile e che ha racimolato la miseria di un punto in due partite contro i francesi, dove sono quelli di “ah, se avessimo preso Felipe Melo”? O di “ma vuoi mettere Diego con Ronaldinho”?

Tutto questo discorso non vuole parare il sedere a Leonardo che però sta facendo il suo: terzo in Serie A, secondo dietro al Real Madrid nel girone di Champions League. L’ho già detto che non deve fissarsi col 4-2-1-3, che non deve essere un dogma, che possiamo anche adottare altri sistemi di gioco senza per questo perdere di pericolosità offensiva. Ho detto anche che per quel poco che si è visto Antonini merita un’altra chance dopo la partita col Chievo. Ho più volte difeso Favalli e sostenuto che come centrale è meglio di Kaladze e finché non torna Bonera deve essere lui la prima alternativa ai due inamovibili centrali titolari. Ho anche sostenuto che Flamini era praticamente un titolare aggiunto con Ancelotti, si guardino le presenze e i minuti giocati dello scorso anno, e non si spiega come mai ora sia finito ai margini, che non è assolutamente solo un onesto corridore e che deve giocare di più, al posto di questo straordinario Ambrosini quando ha bisogno di riposare o accanto a lui spostando Pirlo davanti. Allo stesso modo sottolineai già dopo le partite col Napoli e con la Lazio che Leonardo non è pronto ed efficace nel leggere la partita, ci sono tre cambi a disposizione e si devono sfruttare, se per una volta Pato gioca male si può passare alle due punte inserendo un centrocampista in più, non è un dramma. Questi difetti li avevo già indicati e purtroppo non sto vedendo miglioramenti in questo senso.

Una nota di merito ed una di demerito. Il segno positivo va per un Borriello determinante che molti ancora sottovalutano troppo, c’è poco da fare, un centravanti-boa come lui è più decisivo dell’ultimo Kakà. Cinque gol in queste due partite: due li ha fatti lui (quello coi francesi se l’è letteralmente inventato lui), negli altri tre è entrato tutte le volte nell’azione o con un assist o con un rigore procurato o portando palla sulla trequarti d’attacco dopo essersi girato spalle alla porta dando il là al gran gol di Pato di domenica. Ma non è stato solo questo. Guardate il primo tempo di ieri finché la condizione lo ha retto, tagliava sempre alle spalle dei difensori sui lanci di Thiago Silva che sostituiva in cabina di regia un Pirlo asfissiato dal pressing; guadagnava punizioni importantissime per far rifiatare la squadra; teneva palla e faceva da pivot allargando il gioco ora a sinistra ora a destra, i due registi mercoledì sono stati proprio Borriello e Thiago Silva. E poi c’è ancora gente che invidia Amauri o Milito rispettivamente a gobbi e cugini. Il segno negativo va a Dida. L’avevo ampiamente preventivato un paio di settimane fa quando sostenni che non mi dava alcuna sicurezza sulle uscite. Purtroppo avevo ragione e non è solo per il gol del pari francese dove smanaccia al centro dell’area servendo un assist a Lucho Gonzalez ma è proprio in tutta la partita che non esce mai dai pali, mai su un cross, mai su una punizione dalla trequarti. Leo quando lo rimettiamo Abbiati?

Concludo con Gattuso che non smette di deludermi dopo la sceneggiata del derby d’andata. Il signore in questione, che sarebbe pure vice-capitano della nostra squadra, avrebbe dichiarato: "Non sono l’ultimo arrivato quando sto bene voglio giocare, non posso aspettare che per farlo si infortuni qualcun altro. Non sono contento, così non va. Parlerò con Galliani e vedremo quali decisioni prendere". Questo è quello che si dice amore a prescindere per la maglia e non fifa di perdere i Mondiali ovviamente. Questo è quello che si chiama amore per la meritocrazia, ricordatemi per favore l’ultima partita decente del signore in questione. Questa è quella che si chiama intelligenza ma anche maturità di capire che non si è più al top e si può essere utili pure senza pretendere il posto fisso da titolare solo per riconoscenza o grazia divina. Si accomodi pure sig. Gattuso, non ci mancherà, è libero di andare a giocare altrove come noi abbiamo diritto ad avere un altro vice-capitano. Grazie per le ottime stagioni che in passato ci ha regalato ma se lei pretende la titolarità a prescindere tanti saluti e addio. Onore invece a Massimo Ambrosini che ha fatto panchina per anni senza fiatare pur essendo nettamente più forte dell’attuale numero 8.





Una settimana da diavolo – Parafrasi del buon pensiero




E’ notizia di un paio di giorni fa che la società avrebbe intenzione di riaprire la campagna abbonamenti per le dieci partite casalinghe del girone di ritorno. Ho sentito in giro dei commenti negativi che francamente non condivido. L’iniziativa è ottima poi ognuno è nella piena libertà di accettare o no. Se c’era qualcuno che si stava divertendo a vedere questo Milan di Leonardo e aveva voglia di ritornare a San Siro con rinnovata continuità ora, invece di dover pagare il biglietto partita per partita, potrà prendersi il pacchetto completo con ovviamente un margine di risparmio. Basta che i “nuovi” abbonati non abbiano, in proporzione, un trattamento economico privilegiato rispetto a quelli abbonati fin dalla prima partita casalinga. Mi sembra solo un’opportunità in più data al tifoso rossonero, un tentativo di riportare allo stadio gente sicuramente affezionata alla squadra e che potrebbe garantire un grande supporto a chi va in campo e così bene si sta comportando recentemente. In ogni caso chi mantenesse ferma la volontà del non-abbonamento per protesta verso l’estate della vendita di Kakà e della scarsa campagna acquisti non dovrà essere biasimato, è una forma di riprovazione di cui la proprietà dovrebbe tenere conto, magari con un gennaio scoppiettante in ottica rafforzamento della rosa. Il motto è sempre lo stesso: pessimisti ma non prevenuti.

Alla ripresa della Serie A, dopo la sosta per le amichevoli della nostra Nazionale, si presenterà il problema dei quattro portieri. Ritengo che il titolare debba tornare ad essere Abbiati che titolare era quando s’infortunò a Siena e che così bene aveva fatto fino a quel momento. In ogni squadra deve esser ben chiaro chi sia il primo portiere, chi il secondo e chi il terzo, bene al Milan dovrebbe essere chiaro: Abbiati è il primo, Storari il secondo, Dida il terzo, Roma il quarto. Uno è di troppo: il brasiliano, per l’ingaggio spropositato e per la mediocrità altalenante delle sue prestazioni almeno da tre stagioni, per questa ragione aveva perso il posto da titolare recuperato solo per infortuni di chi lo aveva scalzato. Mi auspico che queste tre o quattro partite da portiere vero gli siano servite per trovarsi una squadra già a gennaio in modo da risparmiare sei mesi del suo oneroso stipendio. Le voci di un suo rinnovo mi lasciano sinceramente sbigottito, non penso che la società possa arrivare a tanto, mi auguro che sia lui che Inzaghi possano dire addio al Milan al più tardi entro il 30 giugno del 2010, data di naturale scadenza del loro contratto. Li ricorderemo con piacere per le gioie che ci hanno regalato ma il progetto di Pier Silvio Berlusconi, se è tale e così sembra, deve andare avanti. Non ricadiamo nell’errore della riconoscenza. Storari occuperà il posto di Dida, Paloschi quello di Inzaghi. Gattuso secondo un telegiornale sportivo nazionale sarebbe arrabbiato col tecnico per alcune esclusioni? Va bene, non c’è problema, la porta è aperta, può andare a cercare spazio altrove, arriverà uno più giovane e meno noto al suo posto e la vita continuerà.

Registro che abbiamo finalmente raggiunto il terzo posto. Ritengo che sia la posizione che rispecchia il valore complessivo della rosa per cui finora il tecnico Leonardo, considerati gli errori iniziali ed i meriti dell’ultimo periodo col nuovo 4-2-1-3, ha fatto il suo. Non ha fatto miracoli né ha inciso negativamente, un rendimento sufficiente da parte sua. In Champions League, se mai dovesse terminare il girone al primo posto, dimostrerebbe invece di essersi rivelato un valore aggiunto data l’indubbia superiorità del Real Madrid, ma è anche tutto il gruppo storico del Milan che nelle partite secche contro le grandi d’Europa mostra sempre un qualcosa in più, col tecnico precedente come con questo. Il fatto che ora siamo terzi non deve però toglierci motivazioni perché proprio questo gruppo ha bisogno del gusto della sfida. Parlare di Scudetto è fuori-luogo ma vivere alla giornata puntando ora al secondo posto della Juventus è doveroso per mantenere alte tensione e concentrazione. Se poi i bianconeri dovessero arrivarci comunque davanti non ci sarebbe niente da dire, basta guardare agli investimenti della loro proprietà in estate rispetto alla nostra ma attenzione, se nella rosa complessiva ci sono superiori non lo sono certo nella formazione titolare, lì possiamo giocarcela con tutti. Come dissi quest’estate, i due giocatori più talentuosi della rosa, Ronaldinho e Pato, sono rimasti. Se proviamo a toglierci dalla testa il Kakà, che non esiste più, delle due partite col Manchester United del 2007 direi che a livello tecnico non è che ci abbiamo perso granché a passare dal Seedorf-Kakà-Inzaghi al Seedorf dietro Pato-Borriello-Ronaldinho, anzi, tutt’altro. Il gioco della palla a Kakà e ci pensa lui non solo aveva stufato ma era anche divenuto prevedibile visto che il brasiliano aveva perso molta della sua brillantezza nell’accelerazione e nella progressione, condizionava troppo la squadra ed Ancelotti. Il gruppo aveva paura di non essere più competitivo senza di lui ma si sbagliava e ne ha avuto la controprova prendendo quattro punti su sei proprio al Real che schierava Kakà. Ne sono convinto, ci sarà da divertirsi, almeno fino alla prossima cessione eccellente, o no?





Una settimana da diavolo – Goleada di sensazioni




Un Milan inferiore sulla carta al Real Madrid è uscito dalle due sfide contro gli spagnoli con quattro punti ed è in piena corsa non solo per la qualificazione agli Ottavi ma anche per il primo posto, un qualcosa che neanche il più ottimista dei rossoneri avrebbe pronosticato la sera del dopo-Bergamo, invece è accaduto. Riteniamo che ciò sia stato possibile grazie alla ritrovata unità d’intenti di allenatore e squadra. L’allenatore ha trovato finalmente il modo di dare un’identità alla squadra attraverso il suo 4-2-1-3, quello abbandonato alla seconda amichevole, e la squadra ha mostrato la voglia e la predisposizione al cambio di mentalità. Il ruolo del tecnico è evidente sia nell’intuizione tattica che ha permesso a molti giocatori di ritrovarsi e di rendere al meglio sia nella capacità che ha mostrato di sapersi finalmente far ascoltare. Ha preso in mano la squadra ed ora si può finalmente dire che nel bene e nel male questo è il suo Milan. Non è un ibrido fra un 4-3-1-2 di ancelottiana memoria o qualche pessimo tentativo di 4-4-2 magari ben visto dall’allenatore in seconda. E’ altresì evidente che senza i giocatori non si va da nessuna parte. Un allenatore può preparare tutto alla perfezione durante la settimana ma chi va in campo non è lui, quindi il ruolo dei vari Pato, Dida, Ronaldinho, Pirlo, Seedorf, Nesta, Thiago Silva,… è determinante. Il Milan non era da retrocessione prima, non è da Scudetto e Champions ora, semplicemente mentre prima Leonardo aveva inciso in maniera negativa ora, nel recente filotto positivo, si è dimostrato un valore aggiunto. Nel momento più difficile ha saputo trasformarsi da quasi corpo estraneo al gruppo, messo in panchina da chi aveva venduto Kakà e aveva lasciato andare Ancelotti e cioè i due mammasantissima per lo spogliatoio, a invece guida tecnica con in mano più che mai il polso della situazione. Ora lo riconoscono, ora lo seguono, ora sono disposti a lottare in campo per lui, ora sono collocati nella posizione giusta per esprimere il loro potenziale. Pensate a Pato che veniva definito giovane deludente quando invece molti, tra cui il sottoscritto, sottolineavano che era l’anarchia tattica in fase offensiva a renderlo innocuo. Ora il brasiliano, da attaccante esterno di destra, è micidiale con i suoi tagli in area di rigore: pessimo Leo prima, ottimo invece adesso. Con calma, nel tempo, troveremo la nostra dimensione e la continuità o meno dei risultati dipenderà non poco dalla tenuta fisica dei soliti noti attorno a cui tutto ruota: Nesta, Pirlo, Seedorf e probabilmente anche Ambrosini. Se al momento della pausa natalizia ci ritroveremo con in tasca un ottavo di finale da primi nel girone ed un terzo posto non troppo lontano dalla Juventus (quella che ha buttato venticinque milioni per il sig. Felipe Melo che se l’avessimo fatto noi “Apriti cielo”!), allora potremo dire che sì, i ragazzi e l’allenatore avranno fatto il loro dovere ed anche di più, nonostante la proprietà in estate non li abbia certo aiutati ad essere competitivi. A gennaio li aiuterà? Per ora contiamo il ritorno di Beckham (ben venga!) e l’acquisto di un promettente attaccante ghanese bravo ai recenti Mondiali under-20 e tutto da verificare in Serie A naturalmente.

Tuttavia, il sottoscritto, che come i miei lettori più assidui e di vecchia data sanno ama l’indipendenza di pensiero e non ha padroni se non la sua testa, non può fare a meno di notare delle cose che vanno a favore della proprietà. Proprietà che comunque ne dovrà fare di strada per riconquistare la mia fiducia, però seppur pessimista non parto certo prevenuto.

Ronaldinho, da molti definito un ex-giocatore, è entrato in dieci punti del Milan sui diciannove che abbiamo, contando cinque assist e due gol. Mi limito alla Serie A. Non mi sembra un rendimento inferiore a quello dell’ultimo Kakà visto nel Milan, il Kakà sovrastato da Ambrosini almeno per tre tempi su quattro delle due sfide e troppo spesso da uno qualsiasi dei mediani delle provinciali italiane da cui gli capitava di essere marcato. Se il Gaucho dovesse continuare così non si potrebbe parlare di cessione sbagliata di Kakà da parte della proprietà, permarrebbero le bugie e l’assenza di chiarezza che sono valori alti a cui io presto fede più che alle vittorie stesse ma i settanta milioni dovrebbero essere visti come un affare.

Corriamo. Gente che l’anno scorso sembrava atleticamente morta sembra rinata. Seedorf è un mese che corre e si sacrifica come mai gli si era visto fare, Ambrosini pare in alcune progressioni ricordare quello che era un bel po’ di anni fa, la squadra nel complesso appare brillante e leggera sulle gambe. Potrebbe c’entrare il nuovo metodo di preparazione atletica di cui parlai a luglio, suggerito personalmente da Leonardo a Tognaccini. Potrebbe c’entrare il fatto che giochiamo volutamente lunghi spaccati in due tronconi andando a chiedere meno avanti e indietro ai sei che stanno dietro, i quattro difensori ed i due mediani davanti a loro. In ogni caso si tratterebbe di diverso utilizzo delle risorse umane da parte dello staff tecnico attuale rispetto al precente.

Capitolo giovani. E’ un fatto che sull’asse Galli-Pederzoli è cominciato da quest’estate un rinforzamento del settore giovanile prendendo delle giovani promesse sia italiane che straniere. Ci spiega Galli che la società fa questo per eliminare il rischio d’impresa e cioè prende un bel po’ di giocatori under-20 di basso costo e se gli andrà bene si troverà un campioncino in casa, se gli andrà male ci avrà perso poco. Mi sembra un’intenzione ottima ed un proposito lodevole. Attendiamo di verificare la bontà delle operazioni e l’eventuale inserimento degli stessi in prima squadra ma la politica in fieri è quella stile-Arsenal. Speriamo non sia la politica del “li faccio crescere o prendo quelli fatti crescere da altri, li do in compartecipazione a chi crede in loro e poi me li ricompro”, in pratica “l’affare” fatto con Borriello ed il rischio che si corre con Paloschi. In ogni caso ci vorrà tempo per raccoglierne i frutti. Ultima annotazione su Adiyiah, il ghanese ufficializzato proprio ieri di cui parlavo prima. Galliani, da me criticato per aver sbandierato il suo acquisto quando poi sembrava che tutto saltasse per via delle richieste d’ingaggio dei procuratori del calciatore, s’è invece dimostrato bravo facendo firmare il giocatore alle sue condizioni o poco più. Ha tenuto duro e l’ha avuta vinta lui, i procuratori se lo sono presa sui denti.

In conclusione il progetto di rendere il Milan non un peso per la controllante Fininvest prosegue e se non fosse trovato un acquirente disposto a prenderselo alle condizioni ed al prezzo dettato dall’attuale proprietà credo che a livello di prima squadra dovremo sperare nel gruppo storico almeno fin quando non scadranno i loro contratti oppure in qualche giovane che si mostri brillante oltre ogni misura. Nell’attesa suggerirei di considerare come proprio referente oltre ad Adriano Galliani anche Pier Silvio Berlusconi, in particolare il secondo erano almeno un paio d’anni che con sincerità e chiarezza parlava di quello che sta accadendo ora, a differenza del padre.




Una settimana da diavolo – Il male minore

Cari amici rossoneri sono molti i temi da affrontare in quest’edizione della rubrica poiché molti sono gli avvenimenti su cui la pausa per le partite della Nazionale lascia il tempo di riflettere. L’analisi concernerà la proprietà del Milan a tutto tondo, l’organigramma della società per cui facciamo il tifo, l’allenatore come figura e come tecnico tout-court.

La proprietà. E’ ormai evidente che il Milan è stato offerto a qualcuno. Questi è andato poi a dire in giro che il Milan è vendibile, giornalisti amici o imprenditori della stessa cerchia d’affari poco importa perché ormai la voce gira incontrollata. Che sia stato uno sceicco arabo, un leader libico o un imprenditore italiano non conta granché, quando si susseguono così tante voci sulla cessione seguite da altrettante smentite significa solo una cosa: “Qualcuno veramente interessato si faccia avanti e paghi quanto richiesto, il Milan è lì, chi lo vuole se lo prenda”. Io non ne faccio né una questione di razza del potenziale compratore né una questione di nazionalità bensì il soggetto interessato deve dimostrare di avere la possibilità non solo di acquisire il Milan ma anche quella di poterlo mantenere ad alti livelli nel tempo, non deve essere uno che fa il passo più lungo della gamba solo per cercare pubblicità. Non pesa tanto il patrimonio personale che assommi in sé il soggetto in questione (Berlusconi non ha mai toccato il suo per il Diavolo) quanto invece il volume d’affari delle società di cui detiene più o meno direttamente il controllo, quando parliamo di Fininvest parliamo di un’azienda con un fatturato da sei miliardi di euro l’anno, non noccioline. L’indice di sostenibilità del Milan a medio-lungo termine attraverso le proprie imprese determina anche la credibilità di cui gode l’interlocutore presso le banche e quindi la maggiore o minore possibilità di ottenere da esse finanziamenti non solo per l’acquisto della squadra ma anche per il suo rinnovamento. Tutto questo è necessario per una società calcistica italiana poiché rispetto ad una spagnola od inglese non può fornire se medesima garanzie sufficienti non avendo in particolar modo la proprietà dello stadio o di altri immobili adibiti ad attività connesse o strumentali a quelle sportive. Il Milan ha sostanzialmente solo le immobilizzazioni immateriali costituite dal suo patrimonio giocatori peraltro assolutamente non proporzionate agli eccessivi ed ingiustificati ingaggi annuali  che hanno fatto lievitare il monte-salari in maniera aberrante creando un disvalore non indifferente. Per tutti questi motivi il Milan necessita di un solido gruppo alle spalle che rappresenti il suo salvagente presso le banche altrimenti si troverebbe sempre sull’orlo del baratro a meno che non ci si cimenti seriamente con il progetto di un nuovo stadio di proprietà, cosa che garantirebbe veramente l’autosufficienza della società senza dover dipendere dalle lune di un proprietario-mecenate. La politica si sta muovendo per facilitare a livello normativo la cosa (è di ieri l’approvazione bipartisan di un ddl ad hoc in Commissione al Senato), la candidatura agli Europei del 2016 potrebbe fare il resto, speriamo di non restare fermi: Roma, Lazio e Fiorentina ci sono già avanti in questo senso.

Organigramma. Una società vendibile è una società che non è più considerato un affare conveniente da parte di chi ne detiene la proprietà. Non ci interessa qui stabilire il perché Berlusconi non consideri più il Milan un asset vantaggioso ma ci preme dire che è assodato che sia così. In attesa di un’offerta seria d’acquisto che potrebbe arrivare a breve come no l’Ac Milan spa deve autosostenersi, decisione legittima ci mancherebbe, un po’ meno giustificabili i modi e i tempi cui si è arrivati a ciò e la pessima gestione della comunicazione con il tifoso. Dopo anni in cui la proprietà ha permesso ai suoi delegati di spendere e spandere senza criterio quando non è stata essa stessa a creare i pesanti passivi ha deciso di dire basta, qual è la conseguenza di tutto ciò? Semplice: devono essere rivisti i ruoli all’interno dell’organigramma del Milan, se deve cambiare la filosofia devono essere assunte persone in grado di concretizzare questa filosofia al meglio. Pochi hanno fatto caso all’ingresso in società di Barbaro, uomo Fininvest e già direttore finanziario di Mondadori oltre che amministratore delegato di Medusa Cinema e Multicinema, luminare nel campo delle scienze economiche e commerciali. Assumerà un ruolo di facciata e solo formale? Non credo proprio, a che pro? Il suo incarico potrebbe diventare stabile in mancanza di vendita della società così come preparatorio alla stessa, lui ha il compito di tenere i conti del Milan costantemente in ordine così da renderlo sempre appetibile per un compratore ed allo stesso tempo non un peso per Berlusconi, per Fininvest. E’ evidente lo schiaffo a Galliani che viene così marcato stretto dall’interno sulle spese con ritengo ristrettissimi o nulli margini di manovra, è il classico sistema alla Berlusconi: non gli toglie l’incarico formale di amministratore delegato e vice-presidente vicario ma gli affianca persone che ne svuotano nella sostanza i poteri alla lunga. Questo è un progetto, ma non il progetto che intendevo io quest’estate che abbia ad interesse la competitività del Milan, questo è un progetto che ha come unico interesse le esigenze della holding, di Fininvest e di conseguenza di chi ne controlla il 60% e cioè Berlusconi stesso. Lo ripeto, niente di illegale, tutte manovre assolutamente legittime su cui noi tifosi rossoneri ben poco possiamo fare se non assistere impotenti, arrabbiati e delusi. Per concludere, se volessimo ora ipotizzare i ruoli ed i compiti degli uomini più importanti dell’organigramma del Milan ne verrebbe il seguente ritratto: Berlusconi è l’uomo che ha deciso fosse tutto così com’è ora ma che può anche far saltare il banco quando vuole cassando le scelte dei suoi delegati; Galliani resta il manager responsabile della comunicazione con i media e del marketing, che conclude affari su nomi indicati dagli osservatori ed entro le cifre stabilite da Barbaro; Barbaro è appunto il responsabile della contabilità che ha come obiettivo di portare il Milan al pari di bilancio a prescindere da plusvalenze straordinarie (come la vendita di Kakà) ed a proposito è bene ricordare che stanti i pesantissimi ingaggi della vecchia guardia nel 2010 (e perduranti fino al giugno 2011) si riproporrà un problema di passivo di bilancio che se la controllante Fininvest non vorrà ripianare potrà essere coperto solo con altre cessioni illustri, a maggior ragione se non ci sarà la qualificazione alla Champions League; Braida e Pederzoli sono coloro che coordinano la rete degli osservatori, il primo più su Italia e Sudamerica mentre il secondo più per il resto dell’Europa. Siamo sicuri che tutto ciò basterà a dimostrare di saper lavorare bene anche senza soldi? Io ho molti dubbi in proposito.

L’allenatore. Abbiamo sempre detto che è una persona intelligente, che conosce molte lingue, che è arguto, che ha dialettica,… ora è diventato improvvisamente lo scemotto della situazione? Per niente. Il furbo Leonardo lunedì scorso ha dichiarato che non tornerà a fare il dirigente dopo che quest’estate aveva invece affermato che quella da allenatore era solo una parentesi. Da una parte è un messaggio al gruppo, un messaggio per trasmettere sicurezza e recuperare un minimo di credibilità ed autorità (stavano cominciando a chiedersi che ci faceva a “combattere” con loro uno con la poltrona salvata a prescindere); dall’altra parte è un messaggio a chi magari spinge perché si dimetta (Galliani?) ed a chi l’ha scelto (Berlusconi): “Se mi mandate via o mi ci costringete facendomi passare come capro espiatorio mi pagate i due netti all’anno fino al 2011 ed in più mi perdete come dirigente, chiaro?”. Leonardo forse non pensava di trovare un ambiente così ostile passando dalla scrivania al lavoro sul campo. La squadra si sente orfana più che mai di Kakà ed Ancelotti e non essendo stata rinnovata dalla proprietà è composta per ¾ da uomini della vecchia guardia cui non si può rinunciare in alcun modo per mancanza di alternative, in un certo senso il neo-tecnico è obbligato a venire a patti con i giocatori più influenti nello spogliatoio ed ecco che gente come Seedorf e Pirlo non esce più dall’undici titolare esattamente come l’anno scorso. Il fatto poi di avere a che fare con gente che ha vinto tutto e che ha avuto subito l’esperienza e le conoscenze per capire se si trovava guidata da uno che ci sapeva fare o no ha fatto il resto. Il risultato è anche quel 4-4-2 di Bergamo applicato non solo in modo sballato negli uomini e nell’organizzazione ma soprattutto interpretato senza che alla base ci fosse un’idea di squadra trasmessa dall’allenatore e recepita dal gruppo, è stato un 4-4-2 senza identità e senz’anima dove l’improvvisazione regnava sovrana. Forse si è cercato di convincerlo a farsi da parte (ovviamente chi non l’ha voluto fin dall’inizio e non è Berlusconi) ma la risposta è stata chiara e ferma, quando lo manderanno via (e dovranno farlo loro) lui non tornerà a fare il dirigente (certamente del Milan non più). Messaggio che ad Arcore e non in via Turati terranno bene a mente.

 

Una settimana da diavolo – Orgoglio casciavit

Io non volevo più cominciare una nuova stagione sapendo già in partenza che si sarebbe finiti con Seedorf-Kakà-Inzaghi come tridente titolare. Io non volevo più vedere il Milan alla caccia disperata del primo parametro zero di ex-nome dall’ingaggio gonfiato da qualche brillante stagione vissuta nel passato. Io non volevo più sentirmi dire che il primo obiettivo era la Champions League mentre il Campionato era quasi un optional di contorno in cui far rifiatare i nostri pesanti nomi in vista di palcoscenici a loro più graditi. Io non volevo più vedere la Società fare niente per trattenere giovani italiani cresciuti nel vivaio senza neanche aver mai avuto l’opportunità di dimostrare di meritare la prima squadra. Io non volevo più vedere un Milan con una tale sproporzione fra apporto reale dei giocatori alla causa rossonera e loro esagerato stipendio da trovarsi a battagliare con giocatori meno ricchi soccombendo più volte e quindi a conti fatti dimostrandosi ampiamente sopravvalutati. Io non volevo più sapere di avere un allenatore dall’ingaggio faraonico che puntualmente si faceva dare le stesse identiche lezioni tattiche dagli Spalletti o Ranieri di turno e soprattutto incapace di essere un valore aggiunto nel Campionato italiano. Io non volevo più sapere che tutte le scelte di mercato del Milan avvallate puntualmente da Berlusconi in persona(quindi corresponsabile di ciò anche quando non direttamente impegnato) fossero nate solo sull’asse Galliani-Bronzetti-Procuratori&Consulenti vari. Io non volevo più sapere che queste scelte avessero come unico obiettivo quello di vivere alla giornata, di raccattare qualche maglietta venduta in più o qualche amichevole in più  in giro per il mondo durante la stagione ma soprattutto l’obiettivo di illudere noi tifosi che ancora potessimo competere con le grandi di Spagna o Inghilterra esponendo il nostro museo delle cere. Io non volevo più vedere il Milan trasformato in un pensionato d’oro per gente a fine carriera in cerca degli ultimi soldi. Volevo una speranza.

Certo. Avrei voluto cominciare la nuova stagione con almeno uno tra Kakà e Gourcuff, preferibilmente il secondo. Avrei voluto che l’affaire Kakà fosse gestito con più rispetto e sincerità verso i tifosi da parte della proprietà soprattutto nei modi, è il “come” che non mi è andato giù più che la cessione in sé. Avrei voluto che Galliani non dividesse i tifosi in evoluti o non evoluti, ognuno ha il suo modo di essere tifoso e di mostrare la sua fede rossonera e non ce n’è uno migliore o peggiore, qualsiasi modo di tifare o contestare che rispetti merita rispetto.

 Vorrei che da un giorno all’altro la nostra rosa si potesse cambiare tutta come fossimo in un videogame ma la realtà non è così, gli over 30 dall’alto ingaggio e dall’inaffidabilità fisica e tecnica non se li fila nessuno e ce li dovremo sorbire fino alla naturale scadenza del contratto. Vorrei non vedere più Bronzetti e Galliani gavottanti commensali in un noto ristorante milanese magari con qualche procuratore amico pronto a piazzare una nuova sola a chi i giocatori non conosce. Vorrei che i nuovi acquisti(che arriveranno) ci fossero già entro lunedì, giorno del raduno, per permettere a Leonardo di lavorare da subito al nuovo progetto con la rosa al completo, ma poi penso che sia meglio agire senza fretta e senza farsi prendere per il collo da chi sa che abbiamo più di qualche soldo in saccoccia. Vorrei che il tifoso rossonero non fosse autolesionista privando la sua squadra del tifo nelle partite casalinghe e se stesso di un rito come quello di andare a San Siro a cui certamente è affezionato; ovviamente se ne avesse la possibilità economica, logistica e di tempo. Vorrei che il tifoso rossonero riuscisse sempre a non confondere il Berlusconi politico ed il Berlusconi Presidente della sua squadra del cuore, chè già ci pensano abbastanza i tifosi avversari ad usare il Milan ed il milanista per attaccare Berlusconi-politico. Vorrei che il tifoso rossonero desse ancora un po’ di fiducia e di credito al Berlusconi Presidente del Milan senza impuntarsi eccessivamente sulla cessione di un giocatore fortemente voluta e decisa dal Presidente stesso ma a cui Kakà, che altrimenti non sarebbe mai andato via, non si è opposto con la stessa convinzione che mostrò nel rifiutare il City. Ed ora è felice anche senza di noi, impariamo ad esserlo anche noi senza di lui. Vorrei che si desse tempo a Berlusconi almeno fino al 31 agosto per dimostrarci che le balle dette erano di facciata e nascondevano un preciso, chiaro e studiato disegno che in questo momento non è opportuno svelarci per far lavorare sotto traccia i dirigenti.

Berlusconi (Presidente del Milan) non è il benefattore che per solo amore verso di noi e i colori rossoneri è planato un giorno in elicottero su Milanello facendoci vincere ogni genere di trofeo da allora, nessuno fa niente per niente. Avrà fatto i suoi errori in questi ventitre anni, errori di vario genere, ma gli almanacchi parlano chiaro. Ma non lo è lui solo un “benefattore” così come non lo è nessuno, tantomeno il Perez scintillante e piglia-tutto delle ultime settimane. Questa realtà doveva essere ben presente ancor prima della cessione di Kakà, ed è una realtà della vita di tutti i giorni e non solo del calcio. Non era un “Salvatore sceso dal Cielo” prima e non è un “Diavolo malvagio” ora. Ha scelto di cambiare registro. Quella situazione di fallimento sportivo ed economico non gli andava più giù. Diamogli il tempo di dimostrare che ci ha visto giusto. Per me non ha deciso di non spendere più ma semplicemente di spendere meglio.

Abbiamo un nuovo allenatore che ha accettato e sposato il progetto di Berlusconi, credete che uno intelligente come Leonardo avrebbe rischiato senza essere convinto del nuovo corso? Abbiamo Filippo Galli che diventerà l’uomo di collegamento fra settore giovanile e prima squadra e che ha avuto un ruolo fondamentale per le acquisizioni di due giovani promesse come Zigoni(18) e Beretta(17). Abbiamo Maldera e Castellazzi a cui sarà affidato un nuovo ruolo, quello di raccogliere dati sugli avversari specialmente a livello tattico e che come ha detto Leonardo gli “consentiranno di avere una panoramica scientifica della partita: studiano le tattiche della gara affinché sia possibile comprendere dove trovare maggiori spazi o sviluppare il gioco” ed anche in questo caso il mentore dei due è l’ottimo Filippo Galli. Abbiamo come nuovo capo degli osservatori quel Pederzoli che alla corte di Benitez ha lavorato per operazioni importanti come Kuyt, Agger e Mascherano. Abbiamo finalmente i ritorni alla base di giocatori come Abate(23) e Di Gennaro(21) che ci saranno più utili di tanta altre gente strapagata in passato perché dal cognome straniero e più altisonante evidentemente. Sarà un Milan “proletario”, sarà un Milan ugualmente competitivo ma applicando metodologie diverse? Non ha importanza. Sarà il Milan. E questo mi basta.

MIlan a 360° : il proemio

Partito Ricky si deve guardare avanti.
Si deve guardare avanti per non diventare realmente come loro, pensando e soprattutto sperando che questa sia l’unica cessione illustre per almeno i prossimi 4 ANNI.
Io, come esprimo da più tempo credo in questa società, come spiegherò nella prossima puntata della rubrica.

Se per caso proponessi un sondaggio sulla campagna acquisti con queste due domande ( giovani o campioni affermati???) le risposte, credo convergerebbero tutte sulla prima ipotesi, poichè c’è voglia di rinnovamento, giovinezza, freschezza e cattiveria.

Certo, naturalmente tutti sarebbero quanto meno PREOCCUPATI se in Champions League la nostra formazione schierebbe CONTEMPORANEAMENTE Darmian, Albertazzi, e Paloschi.
Ma è un rischio che molti di voi sono pronti a correre.

Ora, mi sorprende come molti di questi profondi rivoluzionari ( non necessariamente presenti in questo blog ), che hanno detto che la riconoscenza nel calcio non esiste, se la siano presa così a morte per Kakà.

Sapete, mi prenderò le antipatie di molti di voi, ma se dite che la riconoscenza nel calcio, giustamente, non esiste, non dovreste essere così azzoppati dalla cessione di Ricky. Negli ultimi due anni le prestazioni di Ricky sono state, e lo dico senza paura di essere smentito, veramente scarse. Un giocatore che come lui punta tutto sulla velocità, vive soprattutto di condizione fisica, trovatemi uno scattista come lui oltre i 30 anni famoso, che non sia un terzino.
Risultati??? Nessuno. Con l’avanzare dell’età aumentano si esperienza ed alcune capacità, ma diminuiscono delle prerogative fisiche , tranne la forza rude ( vedi Toni x es. ), che per alcuni giocatori come Ricky, sono fondamentali.

Beh sarò un allocco, saro accecato dal potere mediatico, ma penso che addirittura ci possano essere molte  cose positive nella cessione di Kakà. E perchè no, io do fiducia alla proprietà, siamo solo al 10 giugno e penso che la società, almeno a livello di immagine deve farsi perdonare.

Ps: Vai Gaucho… ;D