Fermati in Bielorussia (Ibrahimovic)


Titolo alla partita:

 Forza Antonio!

Alzo le mani e dico che stavolta faccio fatica a leggere la partita. Perché se da due giorni la disgrazia capitata a Cassano ha cambiato il mio umore (non mi vergogno a dirlo), non credo la cosa non abbia inciso sulla prestazione di chi con lui passa intere giornate, viaggi e ritiri ogni tre giorni.

Se proviamo a fare finta che non ci sia nessuno all’ospedale e a guardare solo alla partita, mi pare che si siano rivisti i difetti che la squadra ci sta offrendo dall’inizio. Parlo solo di quel che non va, perché francamente non c’è altro da fare dopo un uno a uno con un avversario che sta due categorie sotto di te. I difetti si riassumono in una generica superficialità che fa sbagliare gol assurdi, sprecare dieci volte l’ultimo passaggio, commettere un ingenuo fallo da rigore, allungarsi troppo spesso senza motivo, innervosirsi troppo al gol subito e perdere un po’ di umiltà.

A Barcellona pareggiammo meritando di perdere, oggi pareggiamo meritando di vincere. Quindi mi sembra giusto così: se vogliamo il primo posto andiamo a prendercerlo con un mezzo miracolo.

Ora guardia alta perché il Catania ha tutto per metterci in difficoltà e non dobbiamo buttare via un ciclo di sole vittorie in campionato.

Forza Antonio!

Presentazione Bate Borisov-Milan

Martedì 1 novembre 2011 – ore 18,00
Minsk, Dynama Stadium
Champions League 2011-2012
Quarta giornata Girone H

 

Il calcio come la vita va avanti, bisogna andare avanti, per fortuna aggiungo io. Oggi mi sembra un po' più difficile "postare" una partita di calcio, parlare di calcio, perché un ragazzo di 29 anni (la stessa età di mio figlio n.d.r.) non si sa se potrà tornare a fare quello che lo ha reso famoso, fatto amare, a volte anzi spesso fatto irritare per i suoi atteggiamenti fuori e dentro il campo. Forse appunto perché tutti gli abbiamo riconosciuto un talento purissimo che gli avrebbe permesso di fare una carriera molto più strepitosa se avesse avuto magarila testa di Paolino…. Ma Fantantonio è così, a volte irriverente ma senza volerlo direttamente, sempre pronto allo scherzo ed al sorriso come abbiamo visto tutti sabato in panchina.

Certo sappiamo tutti che c'è di peggio, di molto peggio nella vita, ci sono drammi che non possono essere assolutamente paragonati a questo, ma in ogni caso questo episodio ci rende tutti un po' più tristi lo stesso e non solo perché Cassano veste la maglia rossonera…
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Chiusa la parentesi, come detto prima il calcio va avanti e stasera abbiamo una partita che dobbiamo assolutamente vincere se vogliamo tentare di arrivare primi nel nostro girone, forse alla fine sarà un primo posto fittizio, ma in ogni caso ci godremmo qualche ora nel pensare che siamo riusciti ad arrivare davanti ai Globetrotters del calcio attuale.

Da come si evince sopra, l’impianto di Borisov, l’Haradzki, purché conforme alle norme Uefa, ha infatti, una capienza davvero minima, circa 5.500 posti, non sufficiente per ospitare competizioni come la Champions League. Per tale motivo, i “Zholto-Sinie” (soprannome della squadra, che significa giallo-blu) sono costretti a disputare le gare interne nel molto più attrezzato impianto della Dinamo, la squadra di Minsk, capitale bielorussa, stadio capace di ospitare fino a 40 mila spettatori.
 
È  la seconda volta che il Milan affronta il Bate Borisov in trasferta, la prima, come già riportato nella presentazione dell’andata, si giocò 10 anni fa, il 20 settembre 2001 primo turno di Coppa Uefa, netta vittoria per 2-0 con gol di Shevchenko e Javi Moreno.
 
Il Bate Borisov allenato da Viktor Goncharenko, è la squadra più rappresentativa della Bielorussia, la prima del Paese ad accedere alla fase finale della Champions League, in quella edizione del  2008-2009 fu inserita nel girone di Juventus e Real Madrid. Nel proprio palmares può vantare sette campionati nazionali e due coppe di Bielorussia.
 
Inoltre negli ultimi anni hanno ottenuto buonissimi risultati in campo europeo, come la prima storica qualificazione alla fase ad eliminazione diretta nella scorsa Europa League, per cui sono stati inseriti nella terza fascia dei gironi di questa Champions.

Facile con il Bate Borisov (Ibrahimovic, Boateng)

Titolo alla partita: E questi da dove uscivano?

A memoria, non ricordo una squadra così scarsa affrontata in Champions League. Poi è vero che se non stai bene soffri con tutti, però trarre indicazioni stasera rischia di indurre nell'errore. Platini ha voluto aprire la coppa a tutti, ma mai come quest'anno si vedono gare che della Champions non hanno nulla (mentre scrivo scorrono gli highlights del Chelsea…). Tant'è che dopo tre giornate ci sono già due qualificate in questo girone.

Benissimo la prima mezz'ora, maluccio il resto. Mi spiego. Chiaro che abbiamo dominato, ma si sono visti troppa leggerezza, troppi passaggi leziosi negli ultimi metri, troppe disattenzioni (Van Bommel e Bonera che non chiude Kezman). Comprensibile per carità, perché dopo dieci minuti s'era già capito che tra le due squadre c'era un abisso e la tensione può abbassarsi. Però proprio per questo sarebbe stato preferibile arrivare all'intervallo con la gara chiusa e poi passeggiare.

Questione di lana caprina? Può darsi. Ma non deve esistere che una serata così facile abbassi la tensione della squadra in vista di Lecce: di Bate Borisov ce n'è uno solo e questa squadra per funzionare ha bisogno di essere feroce. Quella di domenica sarà una bella prova per capire se lo spirito è (ancora) quello giusto.

Presentazione Milan-Bate Borsiov

Mercoledì 19 ottobre 2011 – ore 20,45
Milano, Stadio San Siro
Champions League 2011-2012
Terza giornata Girone H

 

Non è la prima volta che il Milan trova sulla sua strada il Bate Borisov. Infatti il primo doppio confronto internazionale avvenne nella Coppa Uefa 2001-2002. Il Milan si impose in entrambe le sfide contro i bielorussi. La prima in trasferta il 20 settembre 2001 per 2-0 con i gol di Sheva e Javi Moreno. Al ritorno con un perentorio 4-0, firmato Rui Costa, Javi Moreno, Sarr e Inzaghi.
 
In quell’occasione la dirigenza del Milan rimase colpito da Vitalij Kutuzov che acquistò prontamente. Purtroppo però nel Milan non impressionò granché tanto che si contano nella massima serie solo 2 presenze con 0 gol. Ha avuto più fortuna una volta ceduto: Sporting, Avellino, Samp, Parma, Pisa ed attualmente Bari.
 
Il Bate Borisov, campione di Bielorussia, ritrova la fase a gironi della Champions League dopo due anni, superando, nelle ultime due fasi preliminari, prima i lituani dell’FK Ekranas (0-0 fuori e 3-1 in casa), poi gli austriaci dello Sturm Graz realizzando una impresa perché l’andata in casa termina in parità 1-1, per cui la qualificazione la conquistano in terra austriaca con il più classico dei risultati 2-0.

 

Spezzate le reni pure al Viktoria Plzen (Ibrahimovic rigore, Cassano)

Titolo alla partita: Stanchi, confusi e felici

All'intervallo la squadra rientra negli spogliatoi tra i fischi, alla fine scroscianti applausi. Eppure la prestazione nei due tempi è stata la stessa: impegno, un po' di frenesia, qualche attacco confuso (ha ragione Allegri a proposito dei pochi scarichi sui laterali), qualche brivido dietro, un undici che ha senso e tanta stanchezza. E allora? Allora c'è che più c'è gente allo stadio – e ieri ce n'era tantissima – più arrivano anche gli schizzinosi che se non vincono tutte le volte fanno i capricci. E' colpa di Antonini se Maldini era un'altra cosa? E' colpa di Nocerino se Rijkaard era un'altra cosa? No. E la chiamano Scala del calcio.

Per il resto la stanchezza è la vera protagonista. Se pure Abate è affaticato, il quadro è chiaro. Siamo quasi arrivati in fondo a un mese scarso con sette partite sostanzialmente senza riserve. Fin qui ci siamo arrivati di fatto senza danni, ora a Torino ci giochiamo già tanto. A volte però ho la sensazione, del tutto personale, che la squadra sia un po' troppo impaziente quando le cose non vanno subito per il verso giusto. Forse, semplicemente, pesa l'inizio di stagione con poche partite vinte.

Davanti Ibra è pazzo di gioia quando ha Cassano al suo fianco: parlano la stessa lingua e Cassano ha un'intelligenza (calcistica) che Pato si sogna. Lui e Binho sono i partner migliori per Ibra. 

Dietro continuiamo a concedere un po' troppo rispetto al passato, anche se poco in termini assoluti.

I nodi sono sempre in mezzo, dove Van Bommel non può reggere molto a lungo. Emanuelson è un buon giocatore e Allegri prova a inventarselo trequartista: ne può avere qualche caratteristica, ma è un giocatore preso senza badare alla funzionalità al resto della squadra. Seedorf, va beh, che dire: spettacolo.

Ps : avete visto il pubblico in piedi all'uscita di Seedorf? Voci incontrollate dicono che anche Rodiota s'è alzato dal divano di casa sua.
 

Presentazione Milan-Viktoria Plzen

Mercoledì 28 settembre 2011 – ore 20,45
Milano, Stadio San Siro
Champions League 2011-2012
Seconda giornata Girone H

 
Squadra della Repubblica Ceca pressoché sconosciuta, io sinceramente prima del sorteggio dei gironi non ne conoscevo l’esistenza, per cui ho fatto il “bravo scolaretto” facendo  qualche ricerca su internet. 
 
È stata fondata nel 1911 ed ha vinto un solo campionato nazionale (la Gambrinus Liga) nel 2011. Ha inoltre in bacheca  due Coppe della Repubblica Ceca la prima del 1971 e la seconda del 2010 ed una Supercoppa del 2011
 
Esperienze nelle coppe europee, la Coppa delle Coppe 1971/72 e la Champions attuale, alla quale sono approdati dopo aver affrontato in ordine gli armeni del Pyunik (4 a 0 all’andata e 5 a 1 il ritorno), i norvegesi più quotati del Rosenborg (doppia vittoria di misura 1 a 0 all’andata in casa dei nordici e 3 a 2 il ritorno) ed infine i danesi del Copenaghen: 2 a 1 e 3 a 1.
 
I rossoblù della Cechia (maglietta rossa, pantaloncini e calzettoni blu per la divisa di casa, completo bianco per quella di trasferta si schiera con un 4-3-3 e gioca un calcio veloce, dinamico, con continue sovrapposizioni ed inserimenti di terzini e centrocampisti. I giocatori più interessanti sono l’attaccante Marek Bakos di 28 anni, autore di sei gol nelle qualificazioni, e Vaclav Pilar, centrocampista classe 1988 con propensione al gol. Di buon livello anche Petr Jiracek, 25 anni mancino di centrocampo che attacca gli spazi, e František Rajtoral, anch’egli classe 1986, un’ala destra adattato in terzino di spinta. L’allenatore è  Pavel Vrba.
 
Formazione tipo: Cech, Sevinsk, Limberský, Bystron, Rajtoral, Kolár, Jirácek, Horváth, Pilar, Bakos, Duris.

Ricorrenze + Angolo musicale

23 maggio.

Nel 1990 al Prater di Vienna un gol di Francolino Rijkaard
ci dava la seconda Coppa dei Campioni consecutiva battendo il Benfica di Eriksson.

Nel 2007 una doppietta di SuperPippo Inzaghi
ci restituiva la Champions persa due anni prima ad Istanbul contro il Liverpool.

Per l'occasione mi pare giusto guarnire questa ricorrenza
con un pezzo musicale adatto:

 

Zero a zero nella Londra degli Spurs

Titolo alla partita: Mossa strategica

Il concetto è molto semplice: se giochi una signora partita come questa e non passi contro una squadra normale come il Tottenham, non puoi che capire che la Champions non è affar tuo. E allora l’eliminazione dispiace perché si gioca sempre per vincere (mannaggia a Robinho e a quant’è sciagurato sottoporta), ma nessuno si può stracciare le vesti.

Semmai da Londra torniamo con la sensazione di un discreto salto di qualità in termini di personalità rispetto a qualche mese fa, specie in giocatori chiave per il nostro futuro come Pato. Mentre Ibra si conferma leone in patria ma semplice micione in Europa.

Le lacrime di Clarence impongono di dare un tributo all’uomo che più di tutti – nel bene e nel male – ha segnato l’epopea del Milan 2002-2007. Era alla sua ultima gara di Champions con noi, lo sapeva, ha fatto un figurone e ha pianto. Grazie Clarence.

Lasciamo l’Europa con una considerazione: se giocheremo le ultime dieci di campionato come stasera, tanto basterà per far festa.

Infilzati dal Tottenham (0-1)

Titolo alla partita: Non tutto il male viene per nuocere

Il Tottenham infligge un duro colpo alle speranze scudetto di Napoli e Inter avvicinando il Milan all’eliminazione. Se qualcuno aspettava una conferma dell’inadeguatezza del Milan agli standard europei l’ha avuta stasera: ce la siamo giocata alla pari contro una squadra di seconda fascia. Perché a livello continentale pure noi lo siamo. In questo quadro cosa ce ne facciamo di passare il turno? Per avanzare, spendere energie e farci asfaltare dal Manchester o Barcellona di turno? E’ un discorso crudo ma credo difficilmente contestabile.

La partita. Nel primo tempo Milan costantemente in difficoltà. La sofferenza in mezzo era prevedibile. Allegri per questo rinforza il centrocampo ma se il correttivo (Seedorf) cammina è chiaro che la mossa è vana. Anche perché dei tre in mezzo ce n’è uno (Flamini) che da qualche settimana è tornato quello dei periodi più bui, cioè uno che randella e basta. Una volta (età dell’oro 2002-2007) sopeprivamo nascondendo la palla agli avversari. Ora siamo più scarsi e strutturati in un altro modo: se non riusciamo a tenere la squadra alta le verticalizzazioni diventano semplici pallonate in avanti e gli avversari ci fanno girare a vuoto. Nel secondo tempo cambia lo spirito, Robinho che corre è più centrocampista di Seedorf che passeggia, Pato (bravo!) è cattivo e allunga gli Spurs. Risultato: loro prendono paura (non sono il Brasile) e li mettiamo sotto. Meriteremmo il vantaggio, non arriva e becchiamo un contropiede che non si può accettare. Concedere un due contro due in casa all’80’ sullo 0-0 è da piccola squadra. Da squadra che merita di badare solo all’orticello italiano.

Rino. Ha fatto una partita mostruosa. Io non so come si faccia a correre così a 33 anni, non ricordo precedenti. Poi l’ha sporcata rischiando di esporci a un post-partita tipo quelli dell’Inter. Ma in pagella il voto è 8. Punto e a capo.

Amelia. Chiusura leggera. Questo tra Real, Ajax, Udinese, Lecce e Spurs ha fatto due pareggi in partite da vincere e tre sconfitte. Senza colpe, per carità. Però Iddio ci preservi Abbiati.