Supercoppa in rimonta (Ibrahimovic, Boateng)

Titolo alla partita: E uno!

Nel primo tempo Gasperini ci sorprende: centrocampo ultrafolto, squadra alta più del previsto e corsa doppia della nostra. Il Milan va in confusione e sbaglia tanto, troppo, anche i passaggi di due metri. Con un grande pregio: essendo una squadra strutturata, fatta e finita, regge. Anzi a guardare bene crea due palle gol nette (sciagurato Binho e palo di Ibra) a zero (Sneijder segna su punizione con un Abbiati da rivedere). Per 45' è un Milan troppo brutto per essere vero.

E infatti nella ripresa la musica cambia. Perché? Noi finalmente alziamo i ritmi e la linea difensiva di trenta metri, loro però ci fanno un regalo grosso così passando alla linea a 4 e abbassandosi. Difficile capire quanto il cambio di rotta dipenda dal loro errore o dalla nostra rinascita, fatto sta che la gara cambia eccome. E Ibra inizia a dominarla come al solito, con il centrocampo governato da un Seedorf d'altri tempi.

Concettualmente diversissimi i nostri due gol. Il primo è un gol corale, di squadra. Nel quale le qualità dei singoli si vedono tutte ma si esaltano nella logica collettiva: non a caso andiamo in porta con Robinho in campo. Il secondo è un gol figlio del puro istinto, del talento di Pato che si coordina e tira con movenze più feline che umane. Due armi diverse, un lusso averle entrambe.

E' una partita poco attendibile: è il 6 agosto, ci sono solo tre settimane di allenamenti con annesso volo in Cina, mancava troppa gente all'Inter ecc. Però così come possiamo esultare e dire che siamo belli quadrati, forse dobbiamo iniziare a dire che il centrocampo è un problema.

Abbiati 5,5; Abate 6 Nesta 5,5 Thiago 6,5 Zambrotta 6; Gattuso 5 (Ambrosini sv) Van Bommel 6 Seedorf 7; Boateng 6 (Emanuelson sv); Robinho 6 (Pato 7) Ibrahimovic 8.
 

Rieccoci

Si ricomincia con una partita dall’attendibilità ridottissima: tre settimane di allenamenti, fuso orario, caldo, ambiente lontano dalle pressioni e dal pepe che ci sarebbero stati in Italia. Abbiamo il vantaggio di essere una squadra fatta e finita, diversamente dai nostri avversari. C’è meno da inventare e partirei da un concetto semplice per risolvere il dubbio di formazione: se abbiamo un giocatore di 65 chili che ovviamente sta meglio degli altri, deve giocare.

Tre a zero per noi nel derby scudetto (doppio Pato, Cassano du rigore)

Titolo alla partita: Con la testa

Avevo undici anni, categoria Esordienti. Giocavo in una squadra fortissima, piena di gente che poi avrebbe giocato a calcio sul serio. Il mister ci allenava facendoci divertire, facendo gruppo e facendoci giocare tutti all'attacco. Vincevamo sempre. Poi nella finale del campionato trovammo una squadra che ci era solo poco inferiore tecnicamente ma che, mi spiegò il papà di un compagno con parole a me allora oscure, "era ordinata in campo". Perdemmo.

Il parallelo è chiaro. Ieri il Milan aveva al massimo due-tre giocatori che sarebbero titolari di là (fuori ce n'erano tre). Ma il Milan aveva un allenatore, che ha messo in campo la squadra giusta. Loro hanno uno che li spezza in due tronconi: l'80% delle partite, visto il gap tecnico, le vinci. Le altre sono sempre a rischio goleada: Leonardo ha preso nove gol in tre derby, otto in 180' dal Manchester, tre a Udine, perso a Torino e col Bayern è stato graziato (a proposito, cugini: questa Champions potete rivincerla ma tornate a farvi allenare da Cambiasso). Noi corti e compatti, loro lunghi e larghi come una squadra di dilettanti. Se Robinho avesse fatto il suo, altro che tre a zero. Leonardo ha grandi qualità (scegliere giocatori, guidare un gruppo) che ne possono fare un grande allenatore, ma è ancora un apprendista sulla singola partita. Ranocchia e Chivu ieri come Nesta l'anno scorso: difensori di livello esposti a figuracce planetarie.

Ma la differenza non l'ha fatta solo la panchina, cioè la testa degli allenatori. Anche la testa dell'ambiente. Dallo stadio ho avuto la netta sensazione di una squadra, la loro, che non poteva concepire di essere sotto: come, noi campioni di tutto che perdiamo? Dai impossibile. E vai col nervosismo (Sneijder ha protestato per tutto per 90'). Sensazione confermata dalla tv: il labiale dell'olandese che dice "ma dai non possiamo perdere" è chiarissimo.

Difficile fare classifiche di merito in una partita così. Bravissimi tutti davvero. Le menzioni vanno a Pato (due gol, espulsione e quanti ripiegamenti!) e Seedorf, che ha clamorosamente allenato da dentro il campo e che deve riconoscere ad Allegri di avergli trovato la collocazione giusta: riserva di lusso, da buttare dentro nelle partite che non si possono sbagliare. E che poi lui regolarmente gioca da 8, come ieri.

Ora calma. Non è finito questo campionato, perché Napoli e Inter sono ancora lì. Rientrerà Ibra e avremo soprattutto le partite contro squadre chiuse in cui si dovrà tornare all'abituale modo di stare in campo. Quello che, non dimentichiamolo, ci ha portato in testa. La lezione del derby è chiara: cambiare uomini e modo di stare in campo a seconda delle partite. Non c'è la soluzione buona per ogni stagione. 

P.s. ma che palla ha dato Gattuso a Binho sul primo gol?

Derby scudetto meno 1: pensiero del giorno

Julio Cesar meglio di Abbiati. Maicon meglio di Abate. Neste meglio di Ranocchia. Thiago Silva meglio di Chivu. Zanetti meglio di Zambrotta. Stankovic meglio di Gattuso. Thiago Motta meglio di Seedorf. Cambiasso meglio di Flamini. Sneijder meglio di Boateng. Pato meglio di Pazzini. Eto'o meglio di Robinho.

Ma se quello ci fa il regalo di mettere i 4 davanti?
Se il nostro mette Seedorf mezzala anziché davanti alla difesa c'è da uscire dallo stadio.

Derby scudetto -2: pensiero del giorno

Il derby che ho subito di più è stato quello lungo 180', o meglio qualche settimana, della Champions 2003. Quello che mi ha esaltato di più il 3-2 in rimonta nel 2004, perché la faccia di Toldo al gol di Tomasson diceva che avevamo già vinto. Quello più partecipato l'uno a zero firmato Serginho nell'autunno 2002. Quello più bruciante il 3-4 dell'inverno 2006. Quello più umiliante (con loro che cantavano "siamo venuti fin qua per vedere segnare Kakà") all'andata dell'anno scorso. Quello con la sensazione di forza più netta nella Champions 2005. Bei tempi, quando avevano paura di noi.

Derby scudetto – 3: pensiero del giorno


Abbiamo bisogno di incendiare l'ambiente? E' evidente che accendere una vigilia non è nelle corde del nostro allenatore? Proposta alla curva, prima di unirmi a loro sabato: perché non piombare in massa a Milanello per una bella manifestazione tipo primo giorno di ritiro? Lo so che venerdì ci si allena a San Siro, magari anticipiamo a domani. O facciamolo venerdì allo stadio.

Derby scudetto – 4: pensiero del giorno

Abbassare la squadra di venti metri, siamo tutti d'accordo. Chiudere gli spazi e aspettarli, perché qualcosa prima o poi concedono sempre, d'accordo.
Ma a tutto questo non è funzionale anche ridisegnare i tre davanti? Pato punta centrale a cosa serve? Ha sempre dato il meglio partendo decentrato. Lui e Binho larghi, Boateng trequartista o finto centravanti che dir si voglia.
Ricordate il derby di settembre 2008? Sorprenderli come allora. Così, come allora, avrebbe senso Seedorf playmaker.

Derby scudetto -5: pensiero del giorno

A noi piace avvicinarci al derby senza rancori.

Facchetti: «Guarda, ho visto lo score di Bertini che con noi ha 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte…»
Bergamo: «Porca miseria allora facciamo 5,4,4. Ma vittorie»
Facchetti: «Ma diglielo che è determinante, domani. Ha fatto 12 partite, 4 4 4»
Bergamo: «Una la smuove, ma quella che comincia per V. Sì, lo devo sentire. Non ti preoccupare, ha capito come si cammina: è un ragazzo intelligente, ha capito. Meglio tardi che mai. Senti Giacinto per domenica è una partita che consideriamo abbastanza tranquilla ci mettiamo anche un esordiente (in griglia, ndr). Per voi va bene?»
Facchetti: «Va bene, se vuoi anche… Va bene…»
Bergamo: «Però volelo dirtelo, non pensare mai ad una mia disattenzione ».
Facchetti: «Domenica un esordiente mi va anche bene».
Bergamo: «Un esordiente, c’è Mazzoleni »
Facchetti: «Mazzoleni è bergamasco… C’è pure il fratello».
Bergamo: «E’ un bravo giovane, ha bei numeri, ma il più giovane che è più bravo: ha trent’anni e promette bene, ha bei numeri»
Facchetti: «Non c’è problema»
Bergamo: «Senti, me li passi per domenica quattro biglietti per un cliente, biglietti normali? Posso lasciarti il nome a te?»
Facchetti: «Non c’è problema, chiamami venerdì o sabato. Chiama me che…»
Bergamo: «In bocca al lupo».
Facchetti: «Mi raccomando, diglielo»
Bergamo: «Sarà fatto».

Derby scudetto -6: pensiero del giorno

Leggo sull'ex miglior giornale sportivo che tra le ipotesi a cui sta lavorando Allegri c'è Seedorf davanti alla difesa. Ora, c'è di positivo che questo significa che forse l'allenatore sta pensando a un assetto diverso in assenza di Ibra, con evidente minore necessità di avere un mediano a proteggere i centrali. Però no, dai. Seedorf davanti alla difesa no!