Pensieri alla rinfusa

  • Siamo diventati la seconda squadra di Milano. La terza d'Italia.

  • Davvero Berlusconi è sotto lo scacco di Galliani? Davvero Galliani è bloccato dall'immobilismo finanziario di Finivest? Davvero c'è questo scontro di poteri in atto? A me sembrano tanto "Il Gatto & La Volpe" di Collodiana memoria…

  • Se quest'anno non si farà campagna acquisti, che succederà a giugno 2011 quando scadranno 8-10 contratti di giocatori "importanti"? Temo rinnovi a prezzi super scontati a qualche cariatide…

  • Idea balzana: io Diego dalla Juve lo prenderei. Dovrebbe costare relativamente poco…

  • Spero che il Boca Juniors vinca qualche trofeo internazionale. Almeno ci leviamo quella scritta dalla maglia che sa tanto da presa per il culo…

 

Una settimana da diavolo – Apologia di un non-colpo di genio

Quattro partite ufficiali di cui ben tre in trasferta e una in casa, per modo di dire giacché si trattava del derby. Vittorie a Siena e Marsiglia (l’unica italiana a vincere in Champions League), pari a Livorno e sconfitta proprio contro la squadra che da tre anni domina il campionato italiano e che ha acquistato cinque nuovi titolari quest’estate a fronte della perdita del “solo” Ibrahimovic arricchendo qualitativamente un parco-giocatori già eccellente. Il bilancio è sostanzialmente positivo e il merito non è dell’attuale allenatore del Chelsea (il quale, sono certo, è il primo tifoso dei suoi amici Leo e Tasso e mai si sognerebbe di rivendicarne gli eventuali successi), non è di Ancelotti così come non lo fu di Sacchi nel primissimo Milan di Capello e non lo è stato di Mancini nello Scudetto vinto da Mourinho l’anno scorso e si potrebbero fare tanti altri esempi. Non accetto come ipotetica asserzione: “Se si è perso il derby la colpa è di Leonardo, se si è vinto a Marsiglia il merito è di Ancelotti”. Più corretto è affermare: “I giocatori sono sempre la più rilevante fra le cause che determinano il conseguimento di un risultato sportivo, sia esso in negativo sia in positivo, e così come Seedorf e Inzaghi sono stati fondamentali per i successi di Ancelotti allo stesso modo, con la nota discontinuità, lo potranno essere ancora per Leonardo in alcune partite fino a naturale esaurimento delle loro forze per sopraggiunti limiti di età”; questa è una proposizione plausibile l’altra assolutamente no. Abbiamo ancora qualcosa, per fortuna, di ciò che è stato del Milan dalle grandi campagne acquisti di inizio Nuovo Millennio ma non per molto ancora. In questo modo sarà più facile accettare di aver preso quattro pappine da una squadra che pur nelle preventivabili difficoltà del caso ha fermato il Barcelona Campione e Supercampione di tutto quello che si può vincere oltre che emblema del gioco del calcio, del motivo per cui tutti noi ci siamo innamorati di questo sport. Il primo passo logico da compiere per accettare tutto quello che ci porterà questa stagione è di prendere atto della situazione di partenza, se non si prende consapevolezza di quello che la proprietà (non)ha fatto quest’estate e di come ci presentiamo ai nastri di partenza si rischia di distorcere la realtà chiedendo troppo ai ragazzi che vanno in campo e a tutto lo staff tecnico prendendosela con loro quando sono invece proprio loro a remare veramente nella direzione del far del bene per il “nostro” Milan. E lo stanno dimostrando anche in queste prime partite nonostante chi stia più in alto di loro non li abbia indubbiamente, nella migliori delle ipotesi, aiutati e agevolati.

Il Milan per come lo desiderava Leonardo è morto con la fine del primo tempo dell’amichevole di luglio con i Los Angeles Galaxy del nostro, si spera, futuro riacquisto Beckham (a proposito lui e Dzeko mi sembrano un po’ nervosetti nei rispettivi campionati, testa a Milanello?). Erano i giorni in cui io per primo esaltavo il nuovo 4-2-1-3 e attendevo fiducioso che Berlusconi reinvestisse – come da lui promesso il 5 giugno – il ricavato della cessione di Kakà per consegnare i giocatori necessari per sviluppare il nuovo progetto tattico. Sappiamo tutti com’è andata a finire. E’ segno di umiltà e intelligenza – come scritto dal blogger IlCamisa – oltre che di grande capacità d’ascolto il passo indietro necessario che il tecnico brasiliano ha dovuto compiere non per negligenze e mancanze addebitabili a lui. Non si tratta di un colpo di genio ma sono molti i casi nella storia del calcio di allenatori testardi e cocciuti, indifferenti ai giocatori effettivamente a disposizione pur di imporre i propri schemi senza l’accortezza, l’arguzia e la perspicacia mostrate da Leonardo riguardo a questa questione. Non si è dimesso, a mercato chiuso o meglio mai aperto, come io gli avevo consigliato di fare per mettere con le spalle al muro la proprietà e per dimostrare che non è connivente con essa, assumendosi dunque in toto tutte le responsabilità che un incarico coscientemente accettato e portato avanti implicano. Non ha paura né riluttanza a parlare in pubblico sempre o quasi al plurale quando si tratta di discutere di scelte tattiche e/o di formazione che sono fatte perché fin dalla prima conferenza stampa ha sempre evidenziato l’importanza del lavoro d’equipe fra tutti i collaboratori e non ha mai negato la rilevanza del contributo sul campo d’allenamento che porta Tassotti, dimostrando davvero poche manie di protagonismo (il non presentarsi ai microfoni dopo Marsiglia, voce persa a parte, lasciando la luce dei riflettori proprio all’allenatore in seconda ne è un ulteriore segno). Che Leonardo stia traghettando un Milan in vendita, attraverso una possibile fase di transizione, nell’attesa di un compratore che poi gli restituirà il suo ruolo di dirigente ora non ci deve più interessare, dobbiamo invece valutare quello che vediamo partita dopo partita. Chi ha scelto di tornare al 4-3-1-2 è lui tanto quanto aveva lui iniziato con il 4-2-1-3, chi lo aiuta a concretizzare le sue idee in moduli e schemi, specialmente a livello di fase difensiva, è certamente Tassotti: nel bene e nel male come dimostrano i gol presi sempre nella stessa maniera degli anni precedenti (Heinze non è certo un colosso ma salta libero o quasi al centro dell’area). Tassotti può svelare a un Leonardo logicamente inesperto (è la più scontata delle critiche come lui stesso ha ricordato) ma desideroso di conoscere e migliorarsi tutti i segreti di un sistema di gioco che conosce come pochi dopo quasi otto anni da vice di Ancelotti. Il brasiliano, quale gestore di risorse umane, piano a piano cercherà di metterci del suo mostrandocene forse una versione evoluta e diversa rispetto a quella del passato nei limiti però che una rosa sull’orlo di uno smantellamento possono permettere. Cissokho e Luis Fabiano o loro cloni non ci sono in rosa quindi più di tanto non è che egli possa inventarsi a livello di sorprese o variabili, a proposito visto il loro rendimento con le proprie squadre mi sa che il Leonardo-dirigente ci aveva visto giusto per l’ennesima volta. In questa fase sarà fondamentale la sua capacità di non far sentire nessuno escluso e qua ha già mostrato abilità come le risposte fornite da gente data per dispersa come Oddo e Inzaghi  hanno dimostrato, questo significa che lui ha sempre parlato chiaro guadagnandosi la stima e l’apporto anche di coloro che ha inizialmente trascurato o che addirittura avrebbe preferito fossero ceduti. Il Milan, che ha già una rosa ristretta, non può permettersi di perdere né Ronaldinho né Huntelaar né Abate né un terzino sempre pronto a dare il ricambio a Oddo e Zambrotta né tanto meno almeno un centrale preparato a sostituire uno dei nostri due titolari in caso di necessità, nell’attesa del rientro del valido e disciplinato Bonera che può dare il cambio sia ai terzini che ai centrali. Su questo punto io mi aspetto molto da Leonardo perché è proprio dove è mancato Ancelotti, per eccesso di riconoscenza, dopo Atene 2007. La partita di domenica col Bologna ci dirà molto in questo senso, se Inzaghi e Seedorf non saranno riconfermati saremo sulla buona strada in ottica “nessuno è escluso”.

Non sono né con quelli che descrivono questa rosa da decimo posto né con quelli che vogliono far credere che sia superiore a quella dell’anno scorso. La squadra – ribadisco un concetto già fatto mio – se la può giocare per il terzo posto ma il gruppo di quelle che stanno dietro almeno sulla carta non è così distante, soprattutto a livello di ricchezza di alternative complessive presenti in rosa, così da recuperare buona parte del gap fra il nostro e il loro undici titolare grazie alla possibilità di giocare in maniera polivalente e con uomini diversi senza perdere competitività. Questo significa che dobbiamo accettare quello che verrà senza particolari aspettative e senza cadere nel tranello, in caso di cocenti delusioni, di processare l’evento limitandosi – per dirla con Aristotele – all’oti , il che, senza andare alla ricerca del dioti, il perché ultimo. Adelante Milan!

Una settimana da diavolo – Di scempiaggini, dubbi e seconda stella

In una delle scene del film ‘L’attimo fuggente’ ad un certo punto il professor Keating, interpretato magistralmente da Robin Williams, sale sulla cattedra e si rivolge ai suoi studenti con queste parole: “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse e il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinto? Venite a vedere voi stessi, coraggio, è proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se ci può sembrare sciocco o assurdo, ci dovete provare. Ecco, quando leggete, non considerate soltanto l’autore, considerate quello che voi pensate. Figlioli dovete combattere per trovare la vostra voce, più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto.  Thoreau dice: ”Molti uomini hanno vita di quieta disperazione”, non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno. Osate cambiare, cercate nuove strade!”. Perché ho scelto di cominciare così la mia rubrica? Perché ritengo fondamentale che tutto ciò che noi ascoltiamo, leggiamo o guardiamo non debba essere preso per oro colato anche se proviene da persone che lavorano per la squadra di cui facciamo il tifo. Ritengo fondamentale non perdere mai il "vizio" di guardare le cose da un punto di vista che può sembrare scomodo.

 

“Eh..se avessimo avuto Kaka in tutte le partite chissà…”! Di nuovo? Ma allora ci risiamo anche questa settimana con queste giustificazioni? Vorrei far notare a mastro Galliani da Monza che a prescindere dal fatto che il campione brasiliano non ha assolutamente giocato tutte le partite come le ultime due e che le due stagioni precedenti è stato piuttosto presente ma non mi risulta che abbiamo vinto lo Scudetto, a prescindere da tutto questo col suo ragionamento si potrebbe arrivare a dire che se Favalli avesse giocato tutte le partite avremmo undici punti in più, capito? Vediamo quale sarà il prossimo periodo ipotetico che ci dovremo sorbire.  Allora nel 2006-2007 siamo arrivati a trentasei punti dall’Inter e la colpa è stata data agli otto punti di penalizzazione ed alla preparazione appena abbozzata in estate, l’anno dopo il Mondiale per Club e la Supercoppa Europea sono diventati il fulcro centrale della stagione attorno a cui tutto ruotava e abbiamo buttato via i primi quattro mesi di Campionato con l’obiettivo di essere il club più titolato al mondo ( aspetto con ansia il trofeo numero diciannove del Boca Juniors così la si finirà con questo ritornello), quest’anno si è passati dal problema infortuni generico al gol di mano di Adriano nel derby per finire con la perla del “se avesse sempre giocato Kaka”..e intanto i cugini ci stanno per raggiungere come numero di vittorie in Italia, la vogliamo finire di accampare scuse? Vogliamo aspettare la loro seconda stella continuando a farfugliare classifiche immaginarie tra il ridicolo ed il surreale?

La mia posizione è nota. Io ritengo che il nostro allenatore sia un buon allenatore che quando si è trovato in mano una rosa valida e affidabile ha lottato sia per lo Scudetto sia per la Champions League e quando invece si è trovato di colpo senza gli Stam, i Rui Costa, lo Shevchenko vero (vedi estate 2006 dove ci hanno raccontato che non è stato preso Ibrahimovic perché bisognava aspettare di eliminare la Stella Rossa, avessi detto il Manchester United!!) e perdendo poi anche il miglior Nesta, il miglior Seedorf, il miglior Kaladze è andato in difficoltà perché la rosa ha perso di qualità e di ricambi non riuscendo a lottare per qualcosa di più di un quarto posto per due stagioni ( parliamo di Serie A lasciamo stare Atene che è il trionfo dietro a cui tutto si giustifica!!). Appena la scorsa estate gli hanno dato un portiere ( Abbiati ), un terzino non eccelso ma costante ( Zambrotta ), un tuttofare concreto e valido ( Flamini ), un giocatore che quando gli girava ci ha portato punti importanti ( Ronaldinho ) e da gennaio un centrocampista che abbina qualità e quantità (Beckham), appena gli hanno dato questi con l’aggiunta dell’ esplosione definitiva di Pato subito il Milan è arrivato a lottare per il secondo posto compiendo un importante salto di qualità in un Campionato sicuramente tra i più competitivi degli ultimi anni. Ma questo non basta per il primo posto, non basta perché l’Inter viaggia da sola davanti in tutta tranquillità come lo Schumacher dei bei tempi accelerando o decelerando a suo piacimento, gestendo il vantaggio con la calma dei forti. Ora, è chiaro che io sia per la conferma di Ancelotti, è una garanzia di poter ambire a traguardi importanti a patto che vi siano ulteriori importanti acquisti perché il gap con l’Inter c’è in Italia ed in Europa il gap con le inglesi è ancora più ampio, Europa dove siamo passati dall’essere Campioni d’Europa all’essere eliminati prima agli ottavi di Champions League e poi ai sedicesimi di Coppa Uefa da un Werder Brema qualunque ( decimo in Bundesliga ), per questi motivi il vero e realistico obiettivo del prossimo anno deve essere lo Scudetto. Detto questo se Ancelotti per qualsiasi motivo dovesse andare via non è che mi andrei ad incatenare in via Turati, gli allenatori passano il Milan resta, e Gasperini mi piace. Ma la domanda più importante è: la proprietà del Milan ha voglia di investire quanto la proprietà dell’Inter? Da due o tre anni stiamo continuando a rimandare un rinnovamento che diventa sempre più impellente e necessario, e lo stiamo rimandando garantendo rinnovi milionari a giocatori che hanno già dato il meglio di sé, comprando stelle spesso sul viale del tramonto e dando in generale la sensazione di vivere alla giornata più che di avere in mente un progetto serio. Quanto di tutto questo è da imputare a Galliani e quanto è da imputare ad un sopravvenuto minor interesse della proprietà? Perché se poi il proprietario dell’Inter mette ogni anno di suo anche centocinquanta milioni di euro è anche difficile poter competere se da noi si arriva a neanche la metà. Capite cosa voglio dire e che punto interrogativo sto ponendo? Abbiamo una rivale che prende Chivu e Samuel per un totale di circa trenta milioni di euro mentre noi prendiamo Bonera e Senderos in prestito(!!), che può permettersi di avere a libro-paga due fra i dieci allenatori più pagati del mondo, che spende senza battere ciglio una cinquantina di milioni per Mancini, Muntari e Quaresma mentre noi dobbiamo cercare parametri zero o vecchie glorie a prezzi di saldo,che ha in panchina Maxwell mentre noi abbiamo Antonini, che ha giovani di valore e li può tenere mentre noi li dobbiamo cedere del tutto o in comproprietà qua e là per raggranellare il denaro necessario per fare qualche acquisto. Se non si torna ad investire come loro tra un po’ vedremo la seconda stella sulle maglie nerazzurre. Nessuno pretende di vincere sempre ogni anno ma la chiarezza ed il non prendere in giro sì.

Che futuro attende il Milan? Continuerà sulla falsariga degli ultimi tre anni o vi saranno massicci investimenti per potenziare la squadra oppure si seguirà la via nuova del cedere un pezzo pregiato facendo il mercato con i soldi ricavati da quello? Quello che è successo a gennaio intorno a Kaka deve essere inteso come un segnale di indirizzamento verso questa terza ipotesi? Chi vivrà vedrà.

 

Una settimana da diavolo – I cavalieri erranti ed il ritorno di Robin Hood

C’è chi odia profondamente le soste del campionato dovute alle partite della Nazionale, c’è chi come le mogli o le fidanzate di noi tifosi non aspetta altro così da vederci finalmente per una domenica o un sabato sera mentalmente presenti, c’è chi veste la maglia azzurra per dieci giorni proprio come fa con quella del club per il quale tifa e c’è chi nel frattempo non riesce ancora a mettersi d’accordo sul nome del futuro presidente di Lega come dirigenti, amministratori delegati e vice-presidenti vicari vari..io sto “ tra color che stan sospesi “. Voi?

Cosa ci hanno lasciato in eredità le partite delle Nazionali? Abbiamo scoperto con grande gioia che Pirlo è ancora un playmaker di livello a due condizioni però e cioè che due mediani gli coprano le spalle permettendogli di giocare più avanzato e che i compagni facciano movimento senza palla, al Milan è possibile? L’unico ruolo che al Milan è coperto( sovraffollato è il termine più giusto forse) è proprio quello di rifinitore quindi un Pirlo più avanzato andrebbe a pestare i piedi a sua maestà quattro Coppe dei Campioni con tre squadre diverse ( a proposito auguri Clarence per le tue trentatre primavere! Ormai il tempo per tentare l’esperienza inglese stringe!) o se preferite ad uno dei due assi (ho esagerato?) carioca che abbiamo in rosa ( Ricky&Dinho ) a seconda di chi mister Carletto scelga come dieci virtuale della squadra da mandare in campo,  sul movimento senza palla sorvolo vista l’atavica idiosincrasia dei nostri ‘amati’ giocatori per la corsa a dettare il passaggio eccezion fatta per ‘Come d’Incanto’ Pato. Conclusione? Ha capito anche ‘mister simpatia’ Lippi che Andreino da Brescia regista basso davanti alla difesa non ci può più stare ora resta da convincere l’ultimo degli scettici (so che ci arrivate da soli a capire di chi parlo…). Restando in Europa ci giungono notizie dalle Terre della regina Elisabetta II del risveglio di un vecchio leone ferito che un tempo fu vincitore di battaglie e premi come pochi altri eroi calcistici, è lui o non è lui? Cerrrto che è lui, lo ‘Zar dell’Est’: Shevchenko. Oh beh, il secondo cannoniere della nostra storia non poteva che scegliere il teatro di Wembley per dare un segnale di vita e per fare paura ai leoni britannici, un palcoscenico degno dei fasti che furono e un prezioso ringraziamento all’allenatore ‘inglese’ Capello che non aveva esitato in precedenza a definirlo ancora un grande attaccante e che forse avrebbe preferito che gli desse ragione in un’altra occasione, anche se poi ha avuto la meglio ugualmente dell’armata ucraina. Sarà giunta anche alle orecchie di messere Carlo Erminio da Reggiolo l’eco di questo squillo di tromba in terra straniera di uno dei suoi uomini? Oltreoceano sappiamo di un miracolo che in breve ha fatto il giro del Mondo, pare infatti che un tal mago brasiliano di cui ora non mi sovviene il nome sappia guarire in sette giorni cose che qui da noi non riusciamo a guarire in cinque settimane e per nostra fortuna la prima guarigione miracolosa ha avuto come entusiasta beneficiario il nostro cavaliere più sfigato, oops sfortunato: sir Kaka da Brasilia. In attesa di sapere al suo ritorno se potrà essere svelato il mistero di tal mirabilia e se cominceranno presto i pellegrinaggi degli infortunati di tutte le contee verso il Brasile possiamo notare com’egli abbia guidato con sicurezza e bravura i suoi connazionali alla vittoria contro la non certo irresistibile opposizione della compagine peruviana. Sembra anche che in quelle lande assai prolifiche di probi e validi cavalieri la nostra più fidata fra le ‘spie’, Leonardo da Rio, abbia individuato un tal Neymar che pare ricordare nelle movenze e nelle caratteristiche il più grande di tutti i tempi, udite udite..Pelè! Sarà questo diciassettenne il nuovo compare del baronetto Pato da Pato Branco? Sarà l’ennesima perla di Leonardo da Rio che trova oro dove gli altri non lo vedono? Siamo così sicuri di volergli assegnare una missione diversa?

L’ultima novella ci viene direttamente dalla foresta di Sherwood e farà di sicuro felici tutte le persone che soffrono la crisi di questo periodo e quelle società che come la nostra sembra non possano spendere più come un tempo: è tornato Robin Hood!! Ma pare non sia proprio di Nottingham bensì dovrebbe essere portoghese di Setubal, (eh, non restateci male non gli ho visto neanche l’arco e le frecce..), è uscito allo scoperto lui stesso dando l’annuncio al pubblico in uno spettacolo diventato appuntamento fisso dei nottambuli ( si fa per dire). In attesa di scoprire chi è Lady Marion( si spera non sia mademoiselle Patricia della corte di don Adriano!)  e se il principe Giovanni è un signorotto di Milano con gli occhiali, che pare elargisca grosse somme con estrema facilità senza che ci sia bisogno di rubarle, secondo fonti attendibili Robin ha un bel gruzzoletto da parte frutto della sua maestria nell’arte del ‘Bla Bla Bla’ e a questo punto non aspettiamo altro che cominci a distribuirlo a noi tutti, anche a mastro Galliani da Monza cosicchè un mercato esangue possa divenire un mercato sontuoso!

Una settimana da diavolo – La gioventù rossonera e quelle preparazioni estive mai fatte

Settimana di attenzioni rivolte alle imminenti due sfide che la nostra Nazionale dovrà affrontare per rinforzare la sua leadership nel girone di qualificazione al mondiale in Sudafrica del 2010 ma tuttavia non povera di spunti di riflessione sulle faccende di casa nostra, esempi? I nostri brillanti giovani e le nefaste amichevoli estive già annunciate in pompa magna.

Uno dei tanti luoghi comuni che spesso circolano è che il Milan non abbia una base di giovani in rosa o comunque sotto il suo controllo tale da potergli garantire un importante punto di partenza per il futuro ma questo non è esatto come abbiamo visto per esempio dalle recenti convocazioni in under-21 dei “nostri” Darmian(19), Di Gennaro(20) e Paloschi(19) che costituiranno un asse importante per il nuovo biennio dei ragazzini guidati da Casiraghi così come l’esterno destro Abate(22) lo è del biennio in corso oltre ad essere una delle poche note liete della disastrosa stagione del Torino riuscendo a conquistare un posto fisso in squadra spesso a spese dell’idolo locale Rosina. Il gol di Paloschi contro l’Austria subito alla sua seconda presenza nell’under-21 va di pari passo col suo lento ma inesorabile conquistarsi un posto da titolare nel Parma venendo preferito dal tecnico Guidolin più volte ad un centravanti esperto come Lucarelli ma sempre restando in Serie B non possiamo fare a meno di annotare le prestazioni convincenti del difensore centrale del Livorno, Perticone(22), titolare inamovibile e pure egli prodotto del vivaio rossonero ed ancora in orbita-Milan. Che dire poi dei rinforzi di gennaio operati dalla società in sede di campagna acquisti? Si tratta di due giovani brasiliani passati attraverso l’occhio difficilmente fallace di Leonardo. Il primo, Thiago Silva(24), che potrà giocare a partire dalla prossima stagione viene da due stagioni da miglior giocatore prima e miglior difensore poi del campionato brasiliano e pur non giocando partite ufficiali viene costantemente convocato da Dunga, selezionatore della nazionale brasiliana; il secondo, Mattioni(20), terzino destro di belle speranze all’occorrenza capace di giocare anche più avanti, già in prima squadra all’età di 19 anni e in grado di attirare le attenzioni di molte società fin dalle sue prestazioni nel Campionato Brasileiro under-20. E’ di sabato invece l’ultima perla del trequartista del Bordeaux Gourcuff(22), pronto a tornare alla base se i francesi non lo riscatteranno, e che ha aperto le marcature per la sua squadra contro il Le Havre con uno splendido controllo di tacco ed un successivo tiro di punta nell’angolino ed è l’ennesima prodezza di una stagione da incorniciare per il bretone ormai punto fermo anche della nazionale transalpina. Ora proviamo ad aggiungere a questi il miglior giocatore della nostra stagione Pato(19), il brillante Flamini(25) degli ultimi tempi e due giocatori che per un motivo o per l’altro ci sono mancati o completamente come Borriello(27) oppure per lunghi tratti e mi riferisco a Kaka(27) mai davvero in condizione da un paio di stagioni e di cui attendiamo fiduciosi un ritorno allo smalto dei primissimi anni milanesi, ebbene non vi pare che azzeccando due o tre colpi e magari liberandoci di qualche giocatore che pensiona a Milanello solo per riconoscenza abbiamo una buonissima base di partenza per il futuro? Scambiereste Gourcuff, Thiago Silva, Paloschi, Pato con Santon, Bolzoni, Acquafresca e Balotelli? Certo se poi qualcuno lascia che il Parma riscatti Paloschi per prendere Kanoute allora è un’ altra storia…

La nota negativa? Gandini che annuncia trionfalmente la serie di amichevoli estive con Chelsea ed Inter negli Stati Uniti già a partire dal 24 luglio, perché mi chiederete voi? Gattuso in una recente intervista ha indicato la totale assenza di preparazione estiva come principale causa dei molti infortuni che colpiscono le squadre,e non solo la nostra vedasi Roma e Juvenus, quando invece una volta si aveva un bel mese e mezzo pieno per lavorare in vista dell’inizio del campionato. Possibile che in nome del business e di quei tre o quattro milioni di dollari in più che si prendono per qualche amichevole una rosa debba poi subire come contrappasso la pena di una stagione intera falcidiata da infortuni? Per me il gioco non vale la candela.

Presentazione della Partita

  Domenica 22 giugno 2008, ore 20.45
Ernst Happel Stadion, Vienna (Austria)

Quarti di Finale, Campionati Europei per Nazioni

spagna60  italia70

Spagna vs Italia

 

Va di scena l’ultimo quarto di finale.

Sono d’accordo con ilCamisa sull’analisi delle Furie Rosse, sarà una partita durissima, aperta a qualsiasi risultato.

Donadoni è costretto, almeno per il centrocampo, a scelte quasi obbligate. Chissà se ci stupirà con l’attacco?

Fino a ieri sera tutte le formazioni che sono arrivate prime nel girone e che nella terza giornata hanno praticato un intenso turnover, sono state eliminate…

La vedo durissima, però continuo con il mio grido:

FORZA AZZURRI

SIAMO TUTTI CON VOI

Precedenti

Italia e Spagna si incontrano per la 28esima volta: finora 9 vittorie azzurre, 10 pareggi e 8 vittorie spagnole.

L’album dei ricordi di KaNeBRM

Tassotti che, invidioso, ruppe il naso a Luis Enrique ai Mondiali ’94.

L’Opinione dello Zio Sam

unclesamSto guardando l’Inter, e al di là dell’evidenza (campionissimi, grossissimi, pagatissimi, giocano bene), la sensazione è sempre la stessa. Manca il collante, quel quid che ti fa dire: "Questa è una squadra". Niente di sentimentale, per carità, parlo di un alveo tecnico, un humus dove i nuovi arrivati si possano inserire velocemente (e magari segnino all’esordio…), che il Milan innegabilmente possiede. Non nego all’Inter la possibilità di brillare, ma non riesce a convincere fino in fondo, non solo i suoi detrattori. Sarà la società? L’assenza di italiani? Di un leader vero? Tutte le risposte sono già state date. Vedremo.

P.S. Mentre scrivo i nerazzurri dominano sullo 0-0, e non cambio di un millimetro la mia idea…