L'aria inizia a puzzare…

Traggo da Repubblica.it:

<<Le conversazioni più sensibili riguardano Galliani. Il designatore arbitrale Bergamo è in rotta con il compagno di stanza Pairetto e il presidente degli arbitri Lanese, questi ultimi vicini a Moggi. Bergamo, allora, cerca una sponda in Galliani. Il 28 aprile 2005 gli chiede apertamente aiuto: "La Juve mi accusa di voler prolungare la squalifica di Ibrahimovic per non farlo giocare contro di voi". Galliani allarga le braccia: "Non si preoccupi, io sono qui". Il 17 maggio il designatore esordisce con Galliani parlando del pareggio contro la Juve come di "un trauma in famiglia". È apertamente tifoso del Milan, ora. Poi confida un atto d'arbitrio, realizzato di fronte a un fallo intenzionale di un difensore del Lecce su Kakà: "A lei posso dirlo, con Trefoloni abbiamo riscritto il referto arbitrale. Il giudice sportivo non avrebbe capito, ci volevano i toni giusti per una squalifica esemplare". Il dirigente rossonero Meani non si preoccupa di chiamare l'arbitro De Santis a pochi minuti dal derby con il Milan, febbraio 2005: "Mi raccomando".>>

Possono voler dire poco o tanto, però occhio che secondo me andiamo nel letamaio per la seconda volta…

Una settimana da diavolo – Florilegio dell’evoluzione




Marina Berlusconi: "Ritengo certi stipendi di giocatori assolutamente immorali – sbotta il presidente della holding di famiglia, proprietaria del 100% del club -. Se il calcio non vuole esplodere penso sia necessario tornare alla ragione e che si metta un termine a certe follie".

–>Siamo sicuri che si tratti di immoralità e non per caso di fastidio per una concorrenza, anche interna, che quei soldi è disposta a darli ancora ai giocatori più forti mentre la nostra proprietà, legittimamente, non ha più l’interesse iniziale che aveva nel calcio? A me pare solo una scusa, non sarebbe più semplice dire apertamente che se prima il Milan era un affare di cuore ora è un affare di bilancio? Io capirei serenamente e tranquillamente, anzi, ho già compreso, ma vorrei sentirmelo dire chiaramente dalla proprietà e non solo dai suoi delegati. Non voglio che mi si dica che la rosa è composta da ventinove campioni ineguagliabili che tutto il Mondo c’invidia e baggianate similari per giustificare i mancati investimenti. Men che meno presunti richiami alla moralità che minano la libera iniziativa economica, ci sono le procedure concorsuali ad eventualmente "punire" gli imprenditori dissoluti, è il rischio d’impresa.

Galliani su Gattuso: "Ho usato tutti i mezzi possibili per convincerlo, staremo a vedere…". "Con Gattuso siamo d’accordo, prima guarisce e poi ci ritroviamo e parliamo – ha detto l’ad rossonero – Posso anche dire, e non l’ho mai fatto finora, di aver proposto a Gattuso non solo di rimanere, ma anche di prolungare e spalmare il contratto, di chiudere la sua carriera nel Milan".

–>Un giocatore, infortunato e per giunta in palese calo di rendimento quando chiamato in causa, si permette di dire che lui è Gattuso, non uno come gli altri, e che per giocare non può aspettare che un compagno s’infortuni e la società cosa fa? Lo prega in ginocchio di restare e in più gli prolunga il contratto? Ma il rinnovo annuale per gli over-30, spiegatemi, valeva solo per Ambrosini? Non notate una palese differenza di trattamento fra i due e peraltro ingiustificata visto il diverso comportamento tenuto dai due? E ancora. Ma, Galliani è costretto a pregare Gattuso di rimanere perché sa che non avrebbe i soldi per comprare un nuovo centrocampista e se dovesse andare via sarebbe costretto a dire che l’arrivo di Beckham copre l’uscita del numero 8? Fate voi . Ah, ma se dovessero arrivare pure i rinnovi di Dida e Inzaghi come la metteremmo col “nuovo corso”?

Galliani sulla campagna abbonamenti per il girone di ritorno: "Oggi, nella prima giornata di campagna abbonamenti, ci sono stati 103 nuove tessere. E’ un dato ufficiale che mi rende felice e l’invito è quello di tornare a godere delle emozioni che il Milan regala giocando a San Siro".

–>Io non l’ho bocciata l’iniziativa della campagna abbonamenti per il girone di ritorno, come si può leggere in uno dei miei post precedenti, ma mi chiedo: come mai durante tutta l’estate non è stato mai fornito l’aggiornamento del numero di abbonati ed ora si sbandierano le 103 nuove tessere sottoscritte al primo giorno della riapertura degli abbonamenti? Credono che ci sfugga il meccanismo psicologico sotteso? Come mai alla gente definita quest’estate, implicitamente, non evoluta ora si mandano lettere richiamando alla passione per la squadra ed alla fiducia verso la società? Come mai ci si comporta come se per quelli che hanno deciso di non abbonarsi sia venuto meno l’amore per il Milan invece che il rispetto e la stima per chi il Milan possiede e dirige? Credo che delle scuse pubbliche soprattutto da parte del proprietario del Milan ma anche del massimo dirigente, per quanto visto e sentito tra gennaio e agosto, farebbero molto più di sedicimila lettere. Perché non è questione di “profonda amarezza per la vendita di Kakà” o di “non saper capire  e accettare il cambiamento”, è questione di fiducia, rispetto e stima che devono essere riguadagnate. La gente non si prende in giro. E così magari non ci renderemmo ridicoli sbandierando un centinaio di abbonati quando il giorno del raduno si diceva che l’80% dei tifosi approvava le scelte della società.

Galliani sul cambio di passo del Milan tra le prime sette partite e le successive sette: “I dubbi nel calcio vengono – ha aggiunto il numero due del Milan – perché è chiaro che dopo sette partite con nove punti l’umore è diverso rispetto a quando nei fai 19 nelle successive sette. Però noi stiamo tranquilli, non pensiamo mai di cambiare allenatori, abbiamo ormai metabolizzato le molte vittorie e le poche sconfitte”.

–>In questo caso la proprietà va lodata. Dopo Bergamo ero convinto che il Milan dovesse cambiare allenatore proprio perché ero sicuro della qualità della rosa che doveva garantire almeno una terza/quarta posizione ma soprattutto perché vedevo una squadra senza un’identità, senza un’anima, senza idee quando scendeva in campo. Altri presidenti alla Zamparini o alla Moratti primi tempi probabilmente non avrebbero esitato a fare così ma i nostri dirigenti ed il nostro proprietario che hanno vinto prima e dopo calciopoli hanno invece saggiamente confermato l’allenatore su cui Berlusconi aveva puntato ed i risultati, al momento, stanno dando loro ragione.

Il capitano Ambrosini sullo Scudetto: “E’ un progetto credibile, molto credibile – dice il capitano – stiamo vivendo un lungo momento positivo, ma per avere la possibilità di raggiungere e scavalcare l’Inter dobbiamo migliorare ancora e sperare che i nerazzurri rallentino un po’ la marcia. Noi siamo convinti di avere ancora alcune potenzialità inespresse e riuscendo ad esprimerle pensiamo di poter competere alla pari con Inter e Juve”.

–>Io ritengo che il massimo che possiamo raggiungere sia il secondo posto ed il minimo che dobbiamo ottenere sia il quarto. Solo l’Inter, suicidandosi sportivamente, può perdere questo campionato e non solo per i sette punti di vantaggio che ha ora, potranno anche essere quattro o dieci dopo le partite di sabato che il discorso non cambierebbe alla lunga: hanno una rosa più ampia e ricca di alternative, terzini titolari più forti, portiere più forte, centravanti più forte, panchina più completa, perfino tribuna, ecc ecc. Tuttavia se il gruppo, che in molti elementi è abituato alla vittoria, si sente sul pezzo e motivato solo mirando a grandi obiettivi, se trova l’alchimia e lo spirito di sacrificio nel porsi una grande meta, allora ben venga il sogno-Scudetto. I nostri non sono fatti per sentirsi arrivati già ora, probabilmente mollerebbero e si tornerebbe a battagliare con Fiorentina e Roma, se raggiungono convinzione mentale e sicurezza nei propri mezzi tali da sentirsi di poter competere con l’Inter facciamoci trovare vicini a loro nel derby di ritorno e testiamoci, non abbiamo nulla da perdere, se vincesse l’Inter lo Scudetto sarebbe una cosa normale scontata obbligata, se lo vincessimo noi un’autentica impresa (non dimentichiamo che siamo “i poveri dal presidente più ricco”). Questo deve essere lo spirito, la nostra forza. In fondo anche nel 1999 non eravamo i più forti anche se allora il livello della Serie A era notevolmente superiore e quindi anche la possibilità di perdere punti da parte di chi stava davanti in classifica.


Articolo di Sportmediaset.it sul confronto Leonardo-Ancelotti. “Dopo un inizio di stagione magro di soddisfazioni, Leonardo ha continuato a lavorare sodo ed ora sta raccogliendo i suoi frutti sottoforma di risultati. Con la sequenza di risultati utili infilata i rossoneri hanno raccolto 28 punti in 14 partite: è il rendimento migliore delle ultime quattro stagioni. Meglio anche di Ancelotti quindi, che la passata stagione alla stessa giornata dopo la sconfitta di Palermo aveva raccolto un punto in meno.”

–>Premesso che nella stagione 2006/2007 vi era un -8 di partenza e premesso che l’ex-tecnico che si punta a criticare sta dominando il campionato più competitivo del Mondo, ritengo che questi confronti, soprattutto protratti tanto in là, lascino il tempo che trovano. Campionati diversi, rose diverse, avversari diversi, situazione-infortuni diversa. L’unica ipotesi di parallelo si può sostenere in minima parte con la scorsa stagione e da questa si evince la assoluta indifferenza sul piano tecnico nel passaggio fra una squadra con Kakà ed una con Ronaldinho titolare fisso, Thiago Silva e Nesta in difesa, un centravanti-boa davanti come Borriello o Huntelaar, elementi che l’anno scorso mancavano così come un giocatore di fascia pimpante come Abate. Scrissi, a fine agosto, che la squadra di quest’anno è leggermente inferiore a quella della stagione passata perché al di là del rendimento ultimo di Kakà egli rappresentava la chiave del gioco rossonero, nel bene e nel male, in un certo senso l’anima. Ebbene, rimango coerente con quest’affermazione e per questo do merito a Leonardo per aver trovato il modo di sfruttare la rosa dandole un’impronta ed uno stile di gioco che si liberasse della partenza del campione di Brasilia. Ora hanno capito che sono una squadra forte almeno come l’anno scorso anche senza di lui, producendo calcio in modo diverso. Ricordate le frecciate velate di Leo alla conferenza stampa del raduno all’indirizzo di Ancelotti? Sul Milan che giocava al “Pato prende la palla e parte, Kakà prende la palla e parte?”. In un certo senso il Milan era ostaggio dei capricci di Kakà e delle sue alterne prestazioni tanto quanto dell’eccesso di riconoscenza di Ancelotti per il gruppo che aveva costruito Atene 2007. Ecco, ora sembra non essere più così. E’ Berlusconi che ha mandato via entrambi, è un fatto, così come nel bene anche nel male se ne è assunto e se ne assumerà la responsabilità. Elogi o critiche per queste scelte devono andare, a seconda dei casi e degli eventi, di pari passo in modo da assicurare obbiettività ed imparzialità di giudizio. Speriamo un giorno di poter dire di Leonardo che fu una scelta vincente come quella di Sacchi o di Capello o dello stesso Ancelotti, strappato al Parma all’ultimo momento nel novembre 2001; anche se ci tengo a sottolineare che in entrambi questi tre casi la sensazione palese era che ci fosse una forte volontà della proprietà d’investire e di primeggiare (nel caso di Ancelotti almeno per una parte della sua permanenza al Milan), ora invece la sensazione latente è il disimpegno; se un Capello o un Sacchi andavano a guidare squadre progettate per vincere anche seguendo con grande interesse le loro indicazioni a Leonardo è stato chiesto qualcosa di diverso, cioè gestire le risorse umane a disposizione in modo differente dal predecessore dimostrando che possono rendere molto di più delle recenti stagioni. Insomma l’intenzione alla base della scelta appare dissimile nell’ultimo caso conducendo anche ad un grado di merito per chi quella scelta l’ha fatta difficile da quantificare in caso di esiti positivi: perfino maggiore poiché vincere con i conti a posto è ancora meglio o minore poiché il tecnico ha dovuto un po’ arrangiarsi senza l’appoggio e la concreta vicinanza di una proprietà prona ai suoi desiderata? A voi l’ardua risposta.




I nodi vengono al pettine

Più avanza l’iter penale di Calciopoli più emerge come stessero le cose veramente, al di là delle volate tirate ai proprio amici da questo o quel giornale. Cosa affermano i pubblici ministeri Beatrice e Narducci della Procura di Napoli? Affermano che c’era una cupola pressochè onnipotente, guidata da Moggi e Giraudo, con ramificazioni in Figc (Mazzini), Aia (designatori e De Santis su tutti) e mondo dei procuratori. Per avere favori, in molti si sono rivolti a questa cupola: Lotito, Della Valle, Foti, Franza. Veniamo al Milan. Nessuno ha chiesto favori a Moggi, quindi nessuna connivenza. Ci sono undici partite in cui la Juventus, diretta concorrente, avrebbe avuto favori e una di queste è proprio Juventus-Milan, in cui il Milan è, dunque, a tutti gli effetti parte lesa. C’è una sola partita in cui il Milan avrebbe cercato di alterare il risultato (se poi la si analizza…) tramite Leonardo Meani: dunque la tesi del “contropotere” milanista continua ad essere più un wishfull thinking borrelliano che una ipotesi plausibile. Meani andava controllato e questa è una colpa della società. Ma ciò non toglie che secondo la Procura di Napoli (cioè secondo l’accusa) il Milan non abbia mai organizzato sistemi né ottenuto alcunchè.

Ora chiedere che Borrelli arrivi a parlare di Milan come parte lesa è come chiedergli la luna perchè, diciamolo francamente e al di là delle convinzioni politiche di ognuno di noi, il Nostro non può parlare di qualcosa di berlusconiano come parte lesa. Allo stesso modo chiedere che certi giornali e certe società si scusino è come chieder loro la luna perchè dovrebbero ammettere che in quei due anni il Milan avrebbe meritato due scudetti. Non li chiedo. Ma so che ci sarebbero spettati. Sul campo. A testa alta.

Domandare è illecito, rispondere è …

La frase più significativa mi sembra questa:
"Come è pacifico che gli assistenti Babini e Puglisi, siano stati contattati dallo stesso Meani, anche se non emerge, da alcuna fonte, che costoro abbiano attuato un comportamento non corretto nell’esercizio delle loro funzioni tecniche."

Quindi, sia chiaro che nessun punto fatto dal Milan in nessuno degli ultimi due campionati è stato dichiarato essere frutto di illecito.

Per chi volesse approfondire l’argomento, clicca qui.

«Avevo fatto mettere Meier appunto perché è un arbitro molto affidabile»

Ma se l’attuale presidente dell’Inter Giacinto Facchetti viene a sapere da Pierluigi Pairetto – all’epoca delegato della Figc presso l’Uefa per la designazione degli arbitri – il giorno 15 settembre 2004 che l’arbitro di Valencia-Inter del 20 ottobre 2004 sarà il tedesco Urs Meier – notizia resa pubblica il 17 ottobre 2004 (32 giorni dopo), e il giorno 16 settembre 2004 che quello di Anderlecht-Inter del 29 settembre 2004 sarà il greco Kyros Vassaras – ecco, volevamo chiedere: è questo quello che l’Uefa richiede come requisito morale da giudicare entro il 2 agosto (dopo aver visionato le motivazioni della sentenza della corte federale che saranno note solo il 10 agosto, e dopo aver affermato col processo in corso che la Uefa avrebbe accettato con serenità qualsiasi decisione presa dalla giustizia sportiva italiana, e dopo aver cacciato Pairetto per aver intrattenuto con la Juventus lo stesso tipo di rapporti che intratteneva anche con l’Inter)? E’ questo, oppure si tratta dei tifosi in stile Hezbollah da portare allo stadio?

No, tanto per sapere, perché in entrambi i casi noi milanisti siamo fregati.

Il giorno dopo

Dunque per quel che riguarda gli organi di giustizia sportiva Calciopoli ieri ha visto l’epilogo. Meani ha fatto una telefonata che non doveva fare ma, in assenza di prove che mostrino un coinvolgimento di dirigenti con poteri di firma, oltre la responsabilità oggettiva (strano principio) non si poteva andare. Per questo una penalizzazione afflittiva ci sta. Piuttosto mi piacerebbe capire perchè si sia data una pena che colpisce il Milan su due diverse stagioni. Dello scudetto di carta che l’amico di Moratti sta per assegnare alla sua squadra non mi interessa granchè e, come ebbi modo di dire due mesi fa (prima del coinvolgimento del Milan), non mi interessa averlo. Ma resta da capire come mai oltre al -8 sul 2006/07 ci venga inflitta anche la penalizzazione sulla stagione scorsa, così da dover giocare il preliminare. In sostanza credo che sarebbe stato giusto dare al Milan una sola delle due penalizzazioni, ma non mi lamento.

Piuttosto invito a riflettere su una cosa. Si partiva da un impianto accusatorio che chiedeva la serie B e 2 anni di inibizione per Galliani. Se si finisce con due partite in più da giocare in agosto, 8 punti in meno e 9 mesi di inibizione al dirigente (poco più di quello che ti danno se dai del cornuto ad un presidente avversario), è innegabile che la Corte ha smontato quei teoremi. Meani ha sbagliato, ma i mascalzoni erano altri. Galliani doveva alzare la voce, ma contro reati altrui.

Per il resto la sentenza mi pare equilibrata in tutti i casi tranne che in quello della Fiorentina, che secondo me meritava la B. Più in generale cito Luca Serafini, che ieri sera sosteneva che la sentenza all’italiana fosse quella di primo grado e non quest’ultima. Su Cobolli Gigli che chiede la serie A non so che dire. Se qualcuno mi sa spiegare cos’è lo stile Juventus si faccia avanti!

Nota calcistica. Kaladze e Maldini ai box; Nesta e Simi ad oggi in vacanza. Per il preliminare d’andata, con questi caldi, dovremo chiedere di nuovo soccorso a quel distinto signore con la maglia numero 5.

NO TAR!

Dopo i NO TAV
i NO TAR.

Spero che la dirigenza del Milan mi ascolti: qualunque sia la sentenza della Corte Federale non appellatevi al TAR. Non c’è bisogno di portarla per le lunghe, non ce n’è nessuna necessità.
Sembra che possa esserci una redistribuzione tra i due anni della penalizzazione in modo da farci saltare anche l’UEFA. Ben venga lo scudetto il prossimo anno.
E se scudetto non sarà, l’importante sarà fare un punto in più dell’Inter. Mi riterrei comunque estremamente soddisfatto.