Fermati a Firenze

Titolo alla partita: Due punti persi

E come si dovrebbe titolare se non così, dopo aver avuto quattro-cinque palle gol nette a zero, un gol regolare annullato e uno-due rigori negati? Che il gioco non scivolasse via leggero e frizzante era prevedibile, un po' per come siamo fatti noi e un po' perché era immaginabile che Delio Rossi, appena arrivato, avrebbe badato alla sostanza. Abbiamo fatto bene per cui dà molto fastidio aver interrotto la striscia di vittorie e noon aver fatto valere la legge del più forte. Anche se, con il senno di poi, ci può stare, perché non si può sempre vincere. 

Pato merita sempre due righe a parte. Sinceramente mi aspettavo che entrasse bene: andate a rivedere la sua storia, dopo gli infortuni torna sempre voglioso e carico. La temperatura bisogna misurargliela a distanza. Purtroppo però anche ieri s'è avuta conferma che lui e Ibra parlano linguaggi calcistici diversi: quando è entrato lui, Ibra è calato.

Da Firenze portiamo via due indicazioni positive. La prima è che, quando è servito, abbiamo ritrovato compattezza e concentrazione in fase difensiva. La seconda è che stiamo ancora bene: cosa che vale più dei due punti persi.

Ora proviamo a divertirci con il Barcellona. In fondo c'è davvero poco da perdere e tanto da guadagnare, se quel 10% di chance diventerà realtà.

Liquidato il Catania (Ibrahimovic rigore, Robinho, autogol Lodi, Zambrotta)


Titolo alla partita:

 Missione compiutaAllegri lo aveva immaginato dopo la precedente sosta: vinciamole tutte e saremo in testa o quasi. Filotto doveva essere e filotto è stato, nonostante sia assodato che parlarne porta una sfiga colossale e a volte sia pure inopportuno perché rischia di limitare l’attenzione nel breve periodo.

Con il Catania un cambio significativo a centrocampo: laddove c’era Nocerino c’è Seedorf, mentre Ambro per Van Bommel ed Emanuelson per Boateng tatticamente non spostano nulla. La novità della doppia mezzala di qualità con il solo schermo davanti alla difesa è il segno della voglia di alzare il tasso tecnico ma è anche figlia della contingenza, perché Van Bommel è in quelle condizioni lì.

Di certo è uno schieramente difficile da vedere nelle partite che contano, però è un’arma in più e ce la teniamo. Piccola nota: osservare che la doppia mezzala di qualità debutta quando il laterale sinistro non lo fa Taiwo né Antonini, ma il difensivo Zambrotta.
Risposta alla piccola nota: sì, ma voglio vedere quando l’avversario inizia a sovrapporre sul lato.

Speravo di vedere la Juve perdere a Napoli e farsi due settimane sulla graticola, perdendo un po’ di quell’entusiasmo. Quindi sulle prime il rinvio m’è dispiaciuto. Però è un dato di fatto che ora sono nel momento ideale e senza infortuni mentre il Napoli reduce da Monaco. Chissà come staranno le cose quando recupereranno…
Ma che vergogna il tavolo che ha deciso che non si gioca. Com’è possibile che ci fosse il Napoli e non la Lega?

Fermati in Bielorussia (Ibrahimovic)


Titolo alla partita:

 Forza Antonio!

Alzo le mani e dico che stavolta faccio fatica a leggere la partita. Perché se da due giorni la disgrazia capitata a Cassano ha cambiato il mio umore (non mi vergogno a dirlo), non credo la cosa non abbia inciso sulla prestazione di chi con lui passa intere giornate, viaggi e ritiri ogni tre giorni.

Se proviamo a fare finta che non ci sia nessuno all’ospedale e a guardare solo alla partita, mi pare che si siano rivisti i difetti che la squadra ci sta offrendo dall’inizio. Parlo solo di quel che non va, perché francamente non c’è altro da fare dopo un uno a uno con un avversario che sta due categorie sotto di te. I difetti si riassumono in una generica superficialità che fa sbagliare gol assurdi, sprecare dieci volte l’ultimo passaggio, commettere un ingenuo fallo da rigore, allungarsi troppo spesso senza motivo, innervosirsi troppo al gol subito e perdere un po’ di umiltà.

A Barcellona pareggiammo meritando di perdere, oggi pareggiamo meritando di vincere. Quindi mi sembra giusto così: se vogliamo il primo posto andiamo a prendercerlo con un mezzo miracolo.

Ora guardia alta perché il Catania ha tutto per metterci in difficoltà e non dobbiamo buttare via un ciclo di sole vittorie in campionato.

Forza Antonio!

Festeggiamo soffrendo a Roma (doppio Ibra, Nesta)

Titolo alla partita: L'eccezione non diventi regola



Per vincere lo scudetto bisogna prendere pochi gol, sentenziava alla vigilia Galliani ricordando un assioma vecchio come il calcio italiano. Le ultime settimane sembrerebbero smentirlo, ma attenzione: l'assioma tornerà valido, validissimo e inattaccabile non appena – e fisiologicamente succederà – inizieremo a fare un po' più di fatica davanti. Sarà quello il momento in cui servirà un muro nella nostra metà campo per farci bastare un golletto. 



Perché prendiamo così tanti gol? I motivi sono molteplici. Non vedo particolari problemi di concentrazione, almeno non in queste ultime due partite (a Lecce furono enormi). C'è la forma scadente di elementi difensivi chiave come Abbiati e Van Bommel, ma c'è anche qualche considerazione da fare sull'assetto. L'anno scorso per lunghi tratti abbiamo giocato con tre mediani e poi con due. Oggi giochiamo con uno (Van Bommel) in forma scadente più uno che non è bravo a fare l'incontrista quanto a buttarsi in avanti (Nocerino). Insomma da tre portatori d'acqua a uno (fiacco) e mezzo. 



Di certo bisogna tassativamente smettere di prendere tanti gol. Per il campionato sicuramente e per la Champions ancor di più, perché non è che puoi andare agli ottavi partendo con due-tre gol al passivo in 180' assicurati.



Stasera s'è vinto, come sempre, perché quando ci siamo tutti e attacchiamo siamo in grado di massacrare tutti. E diciamo pure che abbiamo subito reti su errori individuali, ma è onesto dire che abbiamo ballato troppo. 



Finché ce n'è, viva il re. Però basta. 



E chi pensa che Boateng vada cazziato enormemente per un rosso assurdo lo dica ad alta voce insieme a me: "Galliani, cazzialo".

Quattro a uno al Parma (triplo Nocerino, Ibrahimovic)

Titolo alla partita: Logicamente Milan

Partenza zoppicante, poi l'uno-due di Nocerino (il primo gol è lo stereotipo del calcio secondo Zlatan) e i tre punti sono nel sacco. Perché in fondo questo è uno sport estremamente logico e coerente. Stiamo bene e siamo più forti quindi vinciamo regolarmente e anche gli episodi vanno quasi sempre nella direzione giusta: a Napoli eravamo mal messi e a ogni nostro errore era gol di Cavani, ora funzioniamo e in tre giorni fanno tripletta Boateng e Nocerino. Insomma la fortuna bisogna cercarsela e meritarsela.

Campagna acquisti in grande spolvero. Nocerino mi sembra uno che non sa fare niente (nemmeno l'incontrista) in modo eccezionale ma che è buono a fare tutto. Taiwo invece conferma l'impressione che dava a Marsiglia e così io ribadisco quel che scrissi al momento dell'acquisto: è grezzo ai limiti del comico ma ne può uscire un grande laterale, dunque ancora buon lavoro a Tassotti. Aquilani mantiene le attese e si dimostra il tipo di giocatore che serviva, pur senza essere Fabregas.

Robinho invece sembra ancora indietro, ma con un Cassano così lo si può aspettare.

Provo dispiacere e dolore fisico per la ragolarità con cui prendiamo gol. Quello di ieri, al di là dell'irrilevanza ai fini del risultato, mi ha dato proprio fastidio perché è la somma di una serie di piccoli-medi errori individuali di tanti giocatori (pallaccia di Boateng, reazione lenta di Taiwo, Bonera abbocca al movimento di Pellé per farlo uscire, Abate si fa bruciare, Abbiati lascia passare la palla sotto le gambe). Come a dire che la concetrazione complessiva è ancora troppo bassa. Roba che quando c'era Gattuso nessuno poteva permettersi di lasciar accadere.

Già, Gattuso. Forza, vecchio leone! 

Rimontona a Lecce (triplo Boateng, Yepes)

Titolo alla partita: Schiaffo al campionato

Le avvisaglie si erano viste già contro il Bate Borisov e il primo tempo di oggi ne è stato la logica conseguenza. Tre quarti d'ora di vuoto totale, di palloni lasciati indietro correndo in avanti (Ibra e Robinho), di colpi di tacco al limite dell'area sullo 0-2 (Van Bommel), di papere del portiere (Abbiati), di passaggi fuori fase (tutti), di dormite alla prima azione avversaria (Yepes).
Una cosa inconcepibile per una squadra che sta risalendo la classifica. La reazione del secondo tempo, veemente e fortunata quanto fiacco e sfortunato era stato il primo tempo, non basta minimamente a compensare il disastro visto nella prima parte quando si deve giudicare la prestazione. 

Perché la rimonta ci dice una cosa che già sapevamo, cioè che in questo campionato, soprattutto a Lecce, si può passeggiare. Ma il tonfo del primo tempo ci dice che abbiamo bisogno di un grosso bagno di umiltà. Voliamo troppo alti, concediamo troppo ogni partita e anche Allegri ci mette del suo: com'è possibile che in settimana si sia messo a fare calcoli da sborone ("vinciamone 4 di fila e saremo in testa") anziché tenere alta la tensione della squadra dicendo che a Lecce sarebbe stata durissima? Anche se non lo pensa, un allenatore deve dirlo. 

Poi è chiaro che oggi agli avversari per lo scudetto abbiamo lanciato un messaggio devastante, ma noi dobbiamo guardare in casa nostra. 

L'unico che ha giocato allo stesso modo per 90' è stato Cassano, davvero bravo. Come lui anche l'arbitro, che ha sbagliato tutto lo sbagliabile. Ma non paragoniamo un fuorigioco millimetrico non visto a un rigore clamorosamente regalato.

Facile con il Bate Borisov (Ibrahimovic, Boateng)

Titolo alla partita: E questi da dove uscivano?

A memoria, non ricordo una squadra così scarsa affrontata in Champions League. Poi è vero che se non stai bene soffri con tutti, però trarre indicazioni stasera rischia di indurre nell'errore. Platini ha voluto aprire la coppa a tutti, ma mai come quest'anno si vedono gare che della Champions non hanno nulla (mentre scrivo scorrono gli highlights del Chelsea…). Tant'è che dopo tre giornate ci sono già due qualificate in questo girone.

Benissimo la prima mezz'ora, maluccio il resto. Mi spiego. Chiaro che abbiamo dominato, ma si sono visti troppa leggerezza, troppi passaggi leziosi negli ultimi metri, troppe disattenzioni (Van Bommel e Bonera che non chiude Kezman). Comprensibile per carità, perché dopo dieci minuti s'era già capito che tra le due squadre c'era un abisso e la tensione può abbassarsi. Però proprio per questo sarebbe stato preferibile arrivare all'intervallo con la gara chiusa e poi passeggiare.

Questione di lana caprina? Può darsi. Ma non deve esistere che una serata così facile abbassi la tensione della squadra in vista di Lecce: di Bate Borisov ce n'è uno solo e questa squadra per funzionare ha bisogno di essere feroce. Quella di domenica sarà una bella prova per capire se lo spirito è (ancora) quello giusto.

Abbattuto il Palermo (Nocerino, Robinho, Cassano)

Titolo alla partita: Chi la dura la vince

Due settimane di stop per chi non va in Nazionale, qualcuno rifiata e qualcuno rientra. Risultato: tre a zero e un Milan formato 2010-2011 o formato Pechino che dir si voglia. Chapeau e una tirata d'orecchi fino a terra a chi osa prendersela con Robinho. 

E' una partita che non dice nulla di più sulla nostra forza (quando stiamo bene in serie A battiamo tutti) né sui nostri limiti, perché il difficile deve ancora venire: sapremo mantenerci su alti livelli nei prossimi cicli di gare ogni tre giorni? Ditemi quanti infortuni dovremo sopportare e vi dirò dove andremo, segno che non siamo una corazzata.

Un occhio alla classifica. Le avversarie sono Juve (soprattutto) e Napoli (forse). Bene, il Milan raccogliticcio, pieno di infortunati e con un calendario durissimo ha un gap di 4 e 2 punti. Il che significa che, tolti gli scontri diretti persi, nelle altre cinque la Juve ha fatto un punto più di noi e il Napoli uno in meno. C'è bisogno di aggiungere altro? 

Ibra ha il mal di pancia

Prima la caccia alle alci, poi il rientro già in uno stato di forma che non lasciava immaginare grossi problemi alle spalle. Adesso si diverte meno. Secondo me – così, senza elementi oggettivi per dirlo – ci vuole un intervento netto per risolvere tutto: bisogna farlo passare in via Turati a mettere una firma.